Asma al-Assad: Paese

Asma al-Assad è moglie del presidente siriano Bashar al-Asad. Esplorare le virgolette interessanti su paese.
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“Il mio Paese non è ricco, la società è solidale perché basata sulla famiglia.”

Origine: Da un'intervista a Famiglia cristiana; citato in Uniti contro la povertà – Intervista alla moglie del presidente siriano https://codacons.it/uniti-contro-la-povert-intervista-alla-moglie-del-presidente-siriano/, Codacons.it, 26 ottobre 2008.

“Io ho incontrato l'uomo dei miei sogni. Inoltre, nello stesso periodo altri fatti significativi sono avvenuti, specialmente in Siria. L'analfabetismo è sceso. La povertà è calata del 20 per cento, la crescita economica è passata dal meno 1 per cento del 2000 al più 6,1 del 2007. Il Governo si è impegnato a raddoppiare le spese per l'insegnamento in cinque anni. C'è stata una crescita delle opportunità nel nostro Paese in ogni settore. Per alcuni la situazione può sembrare scoraggiante. Io la trovo stimolante.”

Variante: Io ho incontrato l'uomo dei miei sogni. Inoltre, nello stesso periodo altri fatti significativi sono avvenuti, specialmente in Siria. L'analfabetismo è sceso. La povertà è calata del 20 per cento, la crescita economica è passata dal meno 1 per cento del 2000 al più 6,1 del 2007. Il Governo si è impegnato a raddoppiare le spese per l’insegnamento in cinque anni. C'è stata una crescita delle opportunità nel nostro Paese in ogni settore. Per alcuni la situazione può sembrare scoraggiante. Io la trovo stimolante.

“In Europa l'immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell'estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l'anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos'altro potevamo fare?”

Variante: In Europa l’immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell'estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l’anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos'altro potevamo fare?

“Non è tanto importante la posizione che si occupa, ma ciò che si fa. La posizione, però, è una piattaforma incredibile, che va gestita con responsabilità per garantire l'uso delle risorse in modo che possano influenzare positivamente i cambiamenti nel Paese. Più si riesce a costruire un rapporto con la popolazione, più fiducia si crea tra le persone e più efficace sarà l'azione di cambiamento. Il più delle volte le soluzioni vengono dalle persone che hanno problemi.”

Variante: Non è tanto importante la posizione che si occupa, ma ciò che si fa. La posizione, però, è una piattaforma incredibile, che va gestita con responsabilità per garantire l'uso delle risorse in modo che possano influenzare positivamente i cambiamenti nel Paese. Più si riesce a costruire un rapporto con la popolazione, più fiducia si crea tra le persone e più efficace sarà l'azione di cambiamento. Il più delle volte le soluzioni vengono dalle persone che hanno problemi.