„Dica pur chi mal dir vuole, | noi faremo e voi direte.“
da Canzona delle cicale, vv. 31-32
Canti carnascialeschi
Data di nascita: 1. Gennaio 1449
Data di morte: 8. Aprile 1492
Altri nomi: Lorenzo il Magnifico
Lorenzo di Piero de' Medici, detto Lorenzo il Magnifico , fu signore di Firenze dal 1469 alla morte, il terzo della dinastia dei Medici. È stato anche uno scrittore, mecenate, poeta e umanista, nonché uno dei più significativi uomini politici del Rinascimento, sia per aver incarnato l'ideale del principe umanista, sia per l'oculatissima gestione del potere.
Lorenzo divenne, insieme al fratello minore Giuliano, signore de facto di Firenze dopo la morte del padre Piero. Nei primi anni di governo , il giovane Lorenzo condusse una politica interna volta a rinforzare da un lato le istituzioni repubblicane in senso filo-mediceo, dall'altro a sopprimere le ribellioni delle città sottoposte a Firenze . Sul fronte della politica estera, invece, Lorenzo manifestò il chiaro disegno di arginare le ambizioni territoriali di Sisto IV, in nome dell'equilibrio della Lega Italica del 1454.
Per questi motivi, Lorenzo fu oggetto della Congiura dei Pazzi , nella quale il fratello Giuliano de' Medici rimase assassinato. Il fallimento della congiura provocò l'ira di papa Sisto, del re di Napoli Ferrante d'Aragona e di tutti coloro che erano intimoriti dal rafforzamento del potere mediceo su Firenze. Seguirono, pertanto, due anni di guerra contro Firenze, nella quale il prestigio interno e internazionale del Magnifico si rafforzarono enormemente grazie alla sua abilità diplomatica e il suo carisma, con cui riuscì, da un lato a sgretolare la coalizione anti-fiorentina, dall'altro a mantenere unite le forze interne alla Repubblica.
Divenuto negli anni ottanta l'ago della bilancia della politica italiana, trattato come un sovrano dai monarchi stranieri, Lorenzo legò il suo nome al periodo di massimo splendore del Rinascimento fiorentino, circondandosi di intellettuali - Poliziano, Ficino, Pico della Mirandola - e di artisti quali Botticelli e il giovane Michelangelo. Con la sua prematura scomparsa nel 1492, Firenze si ribellò all'inetto figlio Piero per consegnare il potere nelle mani del frate Girolamo Savonarola, impiccato e messo al rogo 6 anni dopo. Come conseguenza, la rivalità dei signori italiani, non più frenati dalla diplomazia di Lorenzo, permise a Carlo VIII di Francia di scendere in Italia e dare inizio alle guerre franco-spagnole del XVI secolo.
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„Dica pur chi mal dir vuole, | noi faremo e voi direte.“
da Canzona delle cicale, vv. 31-32
Canti carnascialeschi
da Canzona di Bacco, vv. 1-4
sul tema del carpe diem
Canti carnascialeschi
da Canzona delle forese, vv. 13-20
Canti carnascialeschi
da Canzona de' confortini, vv. 27-30
Canti carnascialeschi
„Convien giucare e spender bei quattrini.“
da Canzona de' confortini, v. 14
Canti carnascialeschi
da Canzona de' sette pianeti, vv. 21-26
Canti carnascialeschi
„Donne, noi siam maestri d'innestare; | in ogni modo lo sappiam ben fare.“
da Canzona degl'innestatori, vv. 1-2
Canti carnascialeschi
da Canzona de' fornai, vv. 11-14
Canti carnascialeschi