“Nelle sedute di sceneggiatura con Flaiano, tra chiacchiere, critiche e divagazioni sul soggetto, c'era da ricavare materia per condire dieci film; e sarebbe andato tutto perduto se fosse toccato a lui di cavarne il succo. Ho fatto centinaia di riunioni di sceneggiatura con Flaiano […] ma di pagine scritte da lui ne ho viste ben poche. Lo scrittore vero non può compiacersi nel lavoro di sceneggiatura, che deve trovare il modo di tradurre in immagini e battute dei concetti, oltre che dei fatti. […] Flaiano scrisse parecchi soggettini, ma di sceneggiature sue ne conosco due sole: quella del Melampo di cui voleva fare la regia, e che non è bella, e quella tratta dalla Recherche di Proust per René Clement, un compito del quale era molto scontento.” Suso Cecchi D'Amico p. 79 Modo , Sole
“[Sophia Loren nel film Peccato che sia una canaglia, suo primo ruolo da protagonista] La imponemmo Flaiano e io, che l'avevamo vista passare a Cinecittà, bella, eccessiva, decorativa come un albero di Natale. Era anche brava, dato che, come diceva a ragione De Sica, i bambini e i napoletani bucano lo schermo. Non mancava di una sua aristocrazia, con quelle braccia, mani e gambe stupende.” Suso Cecchi D'Amico p. 115 Sui bambini , Albero , Natale
“[Roberto Rossellini] Era un grande cronachista. Ho sempre detto che non ci potevamo permettere di fare un'altra guerra per far girare qualche altro bel film a Rossellini. Paisà e Roma città aperta sono dei grandi film, grandi come gli avvenimenti che a lui erano congeniali. Non era un regista da piccola cronaca quotidiana.” Suso Cecchi D'Amico p. 118 Sulla guerra
“Come scrive il mio collega Carrière, la sceneggiatura è il bozzolo, e il film la farfalla. Il bozzolo ha già in sé il film, ma è uno stato transitorio destinato a trasformarsi e a sparire. Lo sceneggiatore deve quindi impadronirsi al meglio della materia da trattare, e lavorarci poi con il regista e con i colleghi per trarne una proposta valida in assoluto, mirata a sfruttare al massimo le possibilità del regista ed evitando il pericolo di fare letteratura. Lo sceneggiatore non è uno scrittore; è un cineasta e, come tale, non deve rincorrere le parole, bensì le immagini. Deve scrivere con gli occhi.” Suso Cecchi D'Amico p. 141 Sulla vita , Letteratura
“Penso che nella trasposizione di un romanzo in film sia possibile realizzare qualcosa di più di una semplice illustrazione […] Non si può in nessun caso parlare di un film e di un romanzo come se fossero la stessa cosa. Non lo saranno mai, e se qualche conclusione debbo trarre dalla mia lunga esperienza di lavoro, è che per suggerire con la trama anche il tono, il sapore di un romanzo, bisogna avere il coraggio di tradirlo.” Suso Cecchi D'Amico p. 156 Coraggio
“Anche con Blasetti, come con Camerini, non riuscii a collaborare con lo slancio con cui affiancai i registi che, come me, si trovavano ad affrontare il primo, o uno dei primi film. Mi pesava la carriera che avevano alle spalle, non sapevo con quale delle loro opere identificarmi.” Suso Cecchi D'Amico p. 159
“[Dopo il film Fabiola] Blasetti cambiò genere, lasciandosi tentare dalla commedia e dalle antologie di racconti dell'Ottocento e dei giorni nostri. Come dire che, da ammiraglio, muovesse la flotta per andare a pesca di telline.” Suso Cecchi D'Amico p. 159 Dire bugie
“[Fellini] Molto simpatico, intelligentissimo, spiritoso. Grandissimo talento creativo e notevolissimo scrittore. […] Fui entusiasta de I vitelloni […] Mi piace moltissimo anche Amarcord e la prima parte di E la nave va. Non sono una patita de La dolce vita, e giudico Otto e mezzo il più bel film di Fellini. Un film molto importante. Quanto a Satyricon, Roma, La città delle donne, La voce della luna, mi mettono lo sgomento che provo nei musei quando imbocco una di quelle sale piene dei quadroni di Rubens.” Suso Cecchi D'Amico pp. 163-164 Sull'arte , Sulla vita , Sulle donne
“L'amicizia con gli attori ha a volte un carattere un po' particolare. Può svolgersi a cicli, come la lavorazione di un film. […] Gran cordialità se ci si rincontra, ma non ci si cerca.” Suso Cecchi D'Amico pp. 206-207 Sull'amicizia