“Ritornò a fissare la parete. E come, la faccia di lei, assomigliava inoltre a uno specchio! Impossibile; perché, quante persone hai mai conosciuto che riflettessero la tua propria luce verso di te? Le persone erano più spesso -cercò un paragone, ne trovò uno nel campo della sua attività professionale- come torce, che si consumavano fimmeggiando fino a spegnersi con un sibilio. Quanto raramente le facce degli altri s'imprimevano nella tua immagine e ti rimandavano la tua stessa espressione, il tuo più segreto, incerto pensiero!”
Fahrenheit 451
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“Perdona spesso agli altri, ma mai a te stesso.”
Ignoscito saepe alteri, numquam tibi.
Sententiae

II, 37, "Opinioni e sentenze diverse"; 2011

da Mia vita morte e miracoli, in Racconti e romanzi, a cura di P. Masino, Mondadori, Milano, 1961, p. 931.