“Quando mio padre, l'Imperatore Padiscià, ebbe notizia della morte del Duca Leto e delle sue circostanze, s'infuriò come non si era mai infuriato prima. Incolpò mia madre e il complotto che l'aveva costretto a mettere sul trono una Bene Gesserit. Incolpò la Gilda e il vecchio, perfido Barone. Incolpò tutti quelli che gli capitavano davanti, non risparmiando neppure me, poiché urlò che anch'io ero una strega, come tutte le altre. E quando cercai di confortarlo, facendogli osservare che tutto questo era stato fatto in base a una vecchia legge di autoconservazione alla quale anche i più antichi governanti obbedivano, mi schernì e mi chiese se io lo giudicavo un debole. Mi accorsi allora che la sua collera non era stata causata dalla morte del Duca, ma da quello che la sua morte implicava per tutta la nobiltà. Nel ripensare a quei momenti sono convinta che anche mio padre doveva avere una parziale precognizione, poiché è certo che la sua stirpe e quella di Muad'Dib avevano antenati comuni.”

—  Frank Herbert , libro Dune

da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan: Ed. Nord, p. 191
Dune

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Per molta gente è difficile capire la vita familiare dell'Harem Reale, ma io cercherò di darvene una visione condensata. Mio padre, ne sono convinta, aveva un solo, vero amico: il Conte Hasimir Fenring, l'eunuco genetico, uno dei più temibili guerrieri dell'impero. Il Conte, un uomo piccolo, brutto e vivace, presentò un giorno a mio padre una nuova schiava concubina, e io fui mandata da mia madre a spiare la cerimonia. Noi tutte spiavamo mio padre, per proteggerci. Certo, una schiava concubina concessa a mio padre in base all'accordo fra il Bene Gesserit e la Gilda non poteva generare un Successore Reale, ma i loro intrighi continuavano instancabili, ossessionanti e sempre uguali. Mia madre, le mie sorelle e io ci eravamo ormai abituate a evitare i più sottili strumenti di morte. Può sembrare orribile a dirsi, ma non sicura che mio padre fosse del tutto estraneo a questi tentativi di morte. Una Famiglia Reale è diversa dalle altre. Dunque, dicevo, c'era questa nuova schiava concubina, snella, graziosa, rossa di capelli come mio padre. Aveva i muscoli di una danzatrice, e certamente la neuroseduzione faceva parte del suo addestramento. Era in piedi, davanti a mio padre, nuda, e lui la guardò a lungo, prima di dichiarare: "È troppo bella. La riserveremo per un dono". Non avete idea della costernazione che questa sua decisione creò nell'Harem Reale. L'astuzia e l'autocontrollo non erano, forse, minacce mortali per noi tutte?”

da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan: Ed. Nord, p. 245
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“O mari di Caladan,
O gente del Duca Leto…
La cittadella di Leto è caduta,
Caduta per sempre…”

dai «Canti di Muad'Dib», della Principessa Irulan: Ed. Nord, p. 174
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“Per me il giornalista è colui che cerca la notizia e non chi ha ricevuto un patentino di pelle bordeaux nonostante una notizia in vita sua non l'abbia mai trovata.”

Maurizio Belpietro (1958) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Editoriale http://www.libero-news.it/news/529226/L_editoriale.html, Libero-news.it, 11 novembre 2010.

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