“Tintoretto, Caravaggio, Rembrandt: dalla crisi del Rinascimento all'età del Barocco, ecco le tre maggiori variazioni e dimostrazioni del nuovo significato assunto dal problema della luce come essenza di artisticità. Si tratta, in tre direzioni diverse, della medesima ricerca di fondo: il tentativo di dar vita, sull'ormai sopravvenuta stanchezza degli schemi classici, ad una nuova arte più viva, più potentemente espressiva, infine più propriamente e liberamente arte.”

I L'idea di Barocco, p. 14
Il Barocco in Italia
Origine: voce su Wikipedia

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 22 Maggio 2020. Storia

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“Quello veramente da tener di mira è la sua nuova concezione stilistica. La nota che la caratterizza è una ricerca così tenace di concisione, da ricordare la sobrietà dei grandi periodi arcaici. A tal fine il Caravaggio si serve principalmente di due mezzi: della luce e della composizione. Egli, come è noto, immerge le sue scene nell'oscurità, investendole di un getto violento di luce radente, in modo che alcune parti soltanto affiorino dalle tenebre nella luce. Questa, creduta fino ad oggi, e forse dagli stessi suoi seguaci, una trovata realistica fu, caso mai, una concessione alla fantasia – come pare la interpretasse lo stesso Rembrandt –, ma soprattutto una ricerca di unità e di stile: un mezzo a mettere in valore certe parti e linee essenziali delle cose, facendole affiorare nella luce e ad eliminarne nelle tenebre altre secondarie, inutili o dannose ad una concisa rappresentazione. L'altro mezzo che il Caravaggio impiega per raggiungere l'unità stilistica riguarda, dunque, la composizione del quadro. Per il primo Michelangiolo aveva decisamente spezzato la secolare uniformità degli schemi compositivi a linee e piani paralleli "al quadro", e aveva mostrato quante maggiori risorse di movimento e di energia offrisse l'impostatura, diciamo, in tralice di certe sue figure; risorsa che il Tintoretto aveva spinto al colmo, limitandola però anche lui troppo a singole figure isolate. Era riserbato al Caravaggio di coronare la geniale iniziativa dei suoi precursori estendendo questo stesso sistema costruttivo a tutta quanta la compagine della composizione, in modo da ottenere in un sol tratto, con sintesi insuperata, il massimo risultato di senso plastico e dinamico. (da [http://books.google.it/books?id=euFBAQAAIAAJ Il Caravaggio], 1922; citato in * Caravaggio”

Matteo Marangoni (1876–1958) critico d'arte e compositore italiano

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“Il Curato d’Ars non è uno "schema", ma un'opera d'arte e un'ispirazione di vita.”

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Non uno schema ma una ispirazione

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“I tre criteri dell'opera d'arte: coerenza, intensità, continuità.”

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“L'arte non insegna nulla se non il significato della vita.”

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