“Un peccato innocente | era distorto in forme miserande, | l'uomo si vergognava dell'onore, | ma io e te non ci vergognavamo. | Anche se sciocchi, deboli e confusi, | non eravamo scesi così in basso. | Quando il nero Baal precluse il cielo, | non innalzammo un canto a celebrarlo. | Fanciulli, costruivamo fortezze nella sabbia, | fragili come noi, ma alte | a fermare quel mare di amarezza. | Buffoni in vesti varipinte, | tacevano le campane delle chiese, | ma squillavano i nostri | berrettini a sonagli.”
Origine: L'uomo che fu Giovedì. Storia di un incubo, pp. 15-16
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