“R: Nei confronti miei e del Giornale fu un editore eccellente, che non mise mai becco nella conduzione, che rimase fedele alla formula che io avevo escogitato: tu sei il proprietario, io sono il padrone, almeno finché resto il direttore. Poi quando entra in politica, va nella redazione a mia insaputa e dice: qui bisogna cambiare tutto, adesso il giornale deve essere al suo servizio. Non dica di no perché ho le testimonianze di tutti i redattori. Quindi diventa un uomo diverso, vuole fare lui il padrone ma io la vocazione del servitore non ce l'ho proprio. […]”

—  Enzo Biagi

Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Con Indro Montanelli

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Enzo Biagi 202
giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano 1920–2007

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“Io voglio ringraziare Travaglio, perché ha detto l'assoluta e pura verità. Assolutamente. La versione che ha dato degli avvenimenti è quella esatta. […] Io ho conosciuto due Berlusconi: il Berlusconi imprenditore privato che comprò Il Giornale -e noi fummo felici di venderglielo, perché non sapevamo come andare avanti- su questo patto: tu, Berlusconi, sei il proprietario de Il Giornale, io, direttore, sono il padrone del Giornale, nel senso che la linea politica dipende solo da me. Questo fu il patto fra noi due. Quando Berlusconi mi annunziò che si buttava in politica, io capii subito quello che stava per succedere. Cercai di dissuaderlo […] ma tutto fu inutile. Dal momento in cui lo decise mi disse: "Ora Il Giornale deve fare la politica della mia politica". Ed io gli dissi: "Non ci pensare nemmeno". Allora lui riunì la redazione come ha raccontato Travaglio -e questo lo fece a mia totale insaputa- e disse: "D'ora in poi Il Giornale farà la politica della mia politica". E a quel momento me ne andai, cos'altro potevo fare? […] Nella mia vita ci sono stati due Berlusconi, completamente opposti […] questo fa parte del ritratto di Berlusconi. […] Come capo politico è quello che io ho conosciuto in quei brutti giorni in cui scorrettamente, nella maniera più scorretta e più volgare, saltandomi, radunò la redazione de Il Giornale per dirgli "Qui si cambia tutto" all'insaputa del direttore. Se questo sembra a Feltri un modo di procedere democratico e civile, è affar suo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

risposta telefonica a Marco Travaglio e Vittorio Feltri durante la trasmissione Il Raggio Verde, 23 marzo 2001

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“Mi dispiace lasciare questa redazione, ma non posso stare in un giornale che chiede al suo direttore la tessera della massoneria.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Dopo lo scandalo P2; 1981
Corriere della Sera

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“Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia. E se parliamo di faccia, le dico con sguardo fiero che per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione. Se si dice che è la più bella del mondo, poi bisogna almeno leggerla, altrimenti non vale. Quindi perché dovrebbe dimettersi un politico indagato? Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali: è un principio di decenza oltre che di buon senso.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Dall'intervista di Goffredo De Marchis, Renzi: "No a dimissioni per gli avvisi di garanzia, non caccio gli indagati" http://www.repubblica.it/politica/2015/03/22/news/renzi_no_a_dimissioni_per_gli_avvisi_di_garanzia_non_caccio_gli_indagati_-110172431/?ref=HREA-1, Repubblica.it 22 marzo 2015.

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“Editoria. Da guerre intestine, giornali di merda.”

Massimo Bucchi (1941) disegnatore e illustratore italiano

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano, Arnoldo Mondadori Editore, 1997.

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