“L'ateo, comportandosi mediamente come il credente in fatto di violazioni delle leggi umane e/o divine (escluse, è ovvio, quelle legate alla ritualità religiosa che il primo non riconosce e a cui è estraneo), non è per certo, sotto il profilo morale, meno degno di apprezzamento e stima.”
Origine: Elogio dell'ateismo, p. 33
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“Ultimo, stima certo dell'animo tuo ch'ello è cosa divina e immortale.”
Sentenze pitagoriche

dal Concilio Laternanense II, 716

“Se mi converto è perché è meglio che muoia un credente piuttosto che un ateo.”