“In una dolcezza sovrumana finiva di sciogliersi il groppo arido che da tanto gli riempiva il petto, e davanti alla sua leggerezza si aprivano con crescente rapidità tanti velari fatti di luce, di quella luce da cui era penetrato. Anch'egli non era più che luce fuggente nell'etere verso uno spazio infinito, allucinante. Come il ronzìo di un'elica lo seguiva un'eco di musiche vaghe, accordi di chitarre, d'arpe, viole, cembali e tamburelli, campanelli argentei…. e oramai lontanissimi degli sprazzi rossastri…. rosei…. quasi indistinti.”
Origine: Il palio dei buffi, p. 52
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da Sweetness and Light, Ch. I

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