“Jean: Lei, suo padre non l'ha mai amato, contessina Julie?
Julie: Sì, immensamente, ma credo di averlo anche odiato. Inconsciamente, penso. Ma è stato lui che mi ha educata a disprezzare il mio sesso e che ha fatto di me una mezza donna e un mezzo uomo! Di chi è la colpa di tutto questo? Di mio padre, di mia madre? O mia? Ma cos'ho di mio, io? Non ho niente di mio! Non ho neanche un pensiero che non mi venga da mio padre, non una passione, che non mi venga da mia madre, e poi quest'ultima idea… che tutti gli uomini sono eguali… l'ho avuta dal mio fidanzato, e per questo dico che è un farabutto.”
1988, pp. 42-43
La signorina Julie
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1968
Apollo: Nemo sit nostrum quin aut pater optimus Divum, | aut Neptunus pater, Liber, Saturnus pater, Mars, | Ianus, Quirinus pater siet ac dicatur ad unum.
Satire, Libro I

Dovete abbandonare tutto. Non è una rinuncia fisica, lo capite: sarebbe facile. Quando cadono le vostre illusioni, finalmente siete in contatto con la realtà, e credetemi, non sarete mai più soli, mai più. La solitudine non si cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con la realtà.
Messaggio per un'aquila che si crede pollo

Corriere della Sera https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/ottobre/17/Non_critico_madri_single_sono_co_9_041017006.shtml, 17 ottobre 2004