“[Su De umbris idearum] Quest'opera straordinaria, la prima opera di Bruno, è, io penso, una "Grande Chiave" di tutta la sua filosofia e del suo modo di vedere, che avrebbe espresso ben presto nei dialoghi italiani pubblicati in Inghilterra.”

Origine: L'arte della memoria, p. 210

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
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storica, insegnante e saggista britannica 1899–1981

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“Ben presto, in Merežkovskij, il filosofo schiacciò l'artista.”

Nina Nikolaevna Berberova (1901–1993) scrittrice russa

Origine: Un figlio degli anni terribili. Vita di Aleksandr Blok, p. 25

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“Cosa è questo primo lavoro? Una commedia, il Candelaio. Bruno vi sfoga le sue qualità poetiche e letterarie. La scena è in Napoli, la materia è il mondo plebeo e volgare, il concetto è l'eterna lotta degli sciocchi e de' furbi, lo spirito è il più profondo disprezzo e fastidio della società, la forma è cinica. È il fondo della commedia italiana dal Boccaccio all'Aretino, salvo che gli altri vi si spassano, massime l'Aretino, ed egli se ne stacca e rimane al di sopra. Chiamasi accademico di nulla accademia, detto il Fastidito. Nel tempo classico delle accademie il suo titolo di gloria è di non essere accademico. Quel fastidito ti dà la chiave del suo spirito. La società non gl'ispira più collera; ne ha fastidio, si sente fuori e sopra di essa. […] Ci è un libro pubblicato a Parigi nel 1582, col titolo: De umbris idearum, e lo raccomando a' filosofi, perché ivi è il primo germe di quel mondo nuovo, che fermentava nel suo cervello. Ivi tra quelle bizzarrie mnemoniche è sviluppato questo concetto capitalissimo, che le serie del mondo intellettuale corrispondono alle serie del mondo naturale, perché uno è il principio dello spirito e della natura, uno è il pensiero e l'essere. Perciò pensare è figurare al di dentro quello che la natura rappresenta al di fuori, copiare in sé la scrittura della natura. Pensare è vedere, ed il suo organo è l'occhio interiore, negato agl'inetti. Ond'è che la logica non è un argomentare, ma un contemplare, una intuizione intellettuale non delle idee, che sono in Dio, sostanza fuori della cognizione, ma delle ombre o riflessi delle idee ne' sensi e nella ragione.”

cap. XVIII
Storia della letteratura italiana

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