Origine: A dir le mie virtù, p. 134
“Era un modesto panettone da borghesucci, | di semplice pasta, piccolo come il mio villaggio, | eppure d'allora è tanto cresciuto, | come il simbolo del Cenacolo. || E dalla lontananza degli anni fuggenti | ancora risento quell'odore squisito qualche volta, | mi giunge dalla parte del focolare | per riempire il mio cuore e tutta la stanza n'è colma. || E quando il pane dell'anima vien meno, | mi conforta come il lume di mezzogiorno… | Benché ormai la mano di lei sia terra | e per il panettone di martedì sia freddo il forno.”
da Il panettone di martedì
Origine: In Mario De Micheli e Eva Rossi, Poesia ungherese del Novecento, Schwarz editore, Milano, 1960, p. 199.
Argomenti
forno , focolare , pastaio , squisita , lontananza , lume , conforto , villaggio , mezzogiorno , modestia , modesta , pane , simbolo , stanza , freddo , semplice , mano , terra-terra , piccolo , terra , alloro , meno , cuore , parte , ancora , anima , tanto , martedì , voltaLajos Áprily 1
poeta ungherese 1887–1967Citazioni simili

da Sunt lacrimae rerum
Origine: In Mario De Micheli e Eva Rossi, Poesia ungherese del Novecento, Schwarz editore, Milano, 1960, p. 65.

da un articolo scritto in occasione delle Giornate del pane (14-15 aprile 1928), pubblicato su Il Popolo d'Italia, n. 73, 25 marzo 1928, p. 15; ora in Opera omnia, vol. 23

a suor Agnese di Gesù, 6 gennaio 1889
Lettere