“La pianta parla diffondendo intorno a sé la propria che noi attraversiamo con i nostri passi senza avvertirla, come se lacerassimo una rete tessuta con fili troppo sottili per la nostra percezione. Questo mi divenne chiaro una sera, dopo che avevo raccolto dalla sabbia delle dune un mazzo di grandi e profumati gigli imbutiformi, che gli italiani chiamano narcisi marini. Mentre camminavo, tenendolo in mano, nella penombra del crepuscolo, arrivarono in volo grandi falene nere striate di rosso, sfingi con ali vellutate, e affondarono la tromba nei fiori. Tenevo il mazzo di fiori chiari come un calice; gli insetti entrarono in mutua comunicazione da esso, con esso e intorno ad esso, in un mondo sognante.”
da Una mattina ad Antibes, pp. 293-294
Il contemplatore solitario
Argomenti
mazzo , falena , calice , tromba , narciso , tessuto , crepuscolo , grande , insetto , volo , comunicazione , percezione , sabbia , marine , rete , marina , rosso , raccolta , pianto , mattino , mano , sera , italiano , mondo , dopo , proprio , sfinge , fioriErnst Jünger 277
filosofo e scrittore tedesco 1895–1998Citazioni simili

Origine: Il libro dei segreti, I segreti del Tantra (vol. III), p. 144

Il canto del portabandiera, p. 148
Mehmed Sinap

da Il passo delle Nazarene
Versi, Poesie 1910-1915

174; 2003, p. 176
Dhammapada