“Sono poi in rapporti di ostilità la berta e la civetta. La berta, infatti, nel bel mezzo del giorno (poiché la civetta non ci vede bene quando c'è luce) le sottrae tutte le uova e se le mangia. Al contrario, la civetta, nel pieno della notte, fa lo stesso con le uova della berta: insomma, una è avvantaggiata di giorno, l'altra di notte.”

— Aristotele , libro Storia degli animali

IX, 1; 2015, p. 53
Historia animalium

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

Argomenti

civetta , notte , giorno , tre-giorni , due-giorni , ostilità , pieno , rapporto , contrario , luce , mezzo , bene , stesso

Aristotele 187

filosofo e scienziato greco antico -384–-321 a.C.

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“A venti passi dalla mia casetta, | c'era un carrubo e, sul carrubo, a notte, | gridava, forsennata, la civetta. || E non facea dormire, | chè, se taceva un poco, | ancor più forte rigridava dopo. || Alfine, tacque. Sul carrubo, infatti, | mio padre indirizzò la fucilata. || A giorno, un nido vuoto rinvenimmo | ed una piccola civetta morta! || Soltanto allor capimmo | che quella mamma | cantava a modo suo la ninna-nanna | all'unico tesor della nidiata.”

Michele Marzulli (1908–1991) poeta, pittore e scrittore italiano

La Civetta, p. 15
C'è sempre un po' di buio

“Una moglie civetta rende il marito cervo.”

Giuseppe Tobia

“La civetta imita il gufo come il semplice erudito imita il saggio.”

Alfonso Hernández Catá (1885–1940) giornalista, scrittore, drammaturgo, diplomatico

Senza fonte

“L'allocco è simile alla civetta […]. Alcuni comunque lo chiamano «corvo notturno». È un animale astuto e abile nelle imitazioni e, per l'appunto, viene catturato mentre imita i passi di danza di un cacciatore. Nell'atto in cui fa queste cose arriva un altro cacciatore che lo prende da dietro, come avviene per la civetta.”

Aristotele libro Storia degli animali

VIII, 12; 2015, p. 32
Historia animalium

“come puoi compiacerti di tre bestie intrattabilissime, la civetta, il serpente e il popolo?”

Demostene (-384–-322 a.C.) politico e oratore ateniese

26, 6

“[Su Il giorno della civetta] È uno di quei libri che non avrei voluto fossero mai stati scritti. Ho una mia personale teoria. Non si può fare di un mafioso un protagonista, perché diventa eroe e viene nobilitato dalla scrittura. Don Mariano Arena, il capomafia del Giorno della civetta, giganteggia. Quella sua classificazione degli uomini – omini, sott'omini, ominicchi, piglia 'n culo e quaquaraquà – la condividiamo tutti. Quindi finisce con l'essere indirettamente una sorta di illustrazione positiva del mafioso e ci fa dimenticare che è il mandante di omicidi e fatti di sangue. Questi sono i pericoli che si corrono quando si scrive di mafia. La letteratura migliore per parlare di mafia sono i verbali dei poliziotti e le sentenze dei giudici.”

Andrea Camilleri (1925–2019) scrittore, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Da Camilleri: Il giorno della Civetta "Leonardo Sciascia non avrebbe mai dovuto scriverlo" http://www.ilfattoquotidiano.it/2009/11/20/camilleri-il-giorno-della-cive/12413/, ilFattoQuotidiano.it, 20 novembre 2009.

“Se non avessi letto Sciascia probabilmente non avrei cominciato a scrivere. Sono rimasto folgorato dalla sua frase «Io scrivo per impedire che la menzogna trionfi». Per me Il giorno della civetta resta un faro, è sconvolgente, dopo averlo letto ti cambia il pensiero.”

Massimo Carlotto (1956) scrittore, drammaturgo e sceneggiatore italiano

“A perpendicolo | ticchetta il pendolo, | avanza e arretra | bello squadron! || L'orologio piano piano | mezzanotte suonerà; | quando arriva la civetta | fugge fugge sua maestà.”

Alexandre Dumas (padre) (1802–1870) scrittore francese

P. 45

“Libro audace e radicale, di cultura impetuosa e vibrante nella Sicilia criminale e indolente di quegli anni e dei successivi – i Sessanta e i Settanta –, Il giorno della civetta è stato il Sessantotto, quel che di Sessantotto poteva esserci in Sicilia, il sessantotto siciliano che ha cambiato il mondo.”

Francesco Merlo (1951) giornalista e scrittore italiano

p. 8

“Questa era una delle cose che non doveva mai mancare nel quadro delle nostre escursioni. Non abbiamo mai tralasciato nel cuore della notte persino la visita ai vari cimiteri dei paesi compresi nel nostro itinerario: in tal modo gufi e civette, barbagianni e allocchi e talora il gufo reale, dalla voce stentorea e (perché no) paurosa, entravano nel nostro taccuino.”

Elio Augusto Di Carlo (1918–1998) medico, ornitologo, storico e naturalista italiano

da Scritti Ornitologici

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