“In una calda giornata d'estate, uscendo in carrozza per quelle vaste pianure, si provava un'immensa, sconfinata libertà dell'anima, come se nulla più la trattenesse e fosse pronta a balzare nell'infinito. I russi chiamano questo prostòr. In tali giorni d'estate, attraversando i campi, l'aria calda, con una sorta di remota foschia, creava un'illusione di profili di boschi, d'alberi e d'altro, sul remoto orizzonte, che in realtà non esisteva. Erano morgane, miraggi, come nel deserto.
Molti erano in Russia coloro che l'ignoto, il remoto attraeva; la lontananza, il prostòr li chiamava.”
Origine: I Quaderni. Russia 1885-1919, pp. 52-53
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“ESTATE. Un'estate è sempre «eccezionale», calda o fredda, secca o umida che sia.”
Dizionario dei luoghi comuni

da Alla Morte
Poesie
Origine: Citato in Poesie di Renato Mucci, Corriere della Sera, 12 marzo 1939, p. 3.