“ESOPO. Cantava il lusignolo sopra una quercia. Ebbe ardire il cucco». Perversa cosa è pur per certo che alcun iudichi di quel che non intende. Anche a me ricorda che, combattendo io con l'idra, un granchio ebbe ardire di morsicarmi un calcagno: e furno sì pazzi quelli che allora iudicavano, che lo dedicorno in cielo e poseno nel zodiaco, non per altra virtù, se non per aver avuto ardire di pizzicare il piede ad Ercule. Ma lasciamo andar questo: la ignoranza di tutte le cose assurde è madre.”
Apologo intitolato Specchio d' Esopo, composto dal magnifico cavaliere e dottore Messer Pandolfo Collenuccio da Pesaro, p. 40
Apologhi in volgare
Citazioni simili
citato in Carlo Antonio de Rosa, Ritratti poetici di alcuni uomini di lettere antichi e moderni del regno di Napoli, dalla Stamperia e Cartiera del Fibreno, Napoli 1834

da Apologo intitulato Filotimo a lo illustrissimo Principe Ercule inclito Duca di Ferrara, composto per Messer Pandolfo Coldenose da Pesaro, p. 110
Alla BERRETTA
Apologhi in volgare

da Notte di luna, in Nel buio splendeva la luna, a cura di Edmund Jacoby, EL, San Dorligo della Valle, 2001.
Origine: Citato in Tiziano Franzi e Simonetta Damele, Stai per leggere..., [2 Generi, temi, laboratorio delle abilità], Loescher Editore, Torino, 2010, p. 556. ISBN 9788820119669.

Origine: Citato in Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte – Dall'Art Nouveau ai giorni nostri, terza edizione versione gialla, editore Zanichelli, 2012, pp. 1738-1739. ISBN 9788808192608.

Da Apologo intitolato Specchio d' Esopo, composto dal magnifico cavaliere e dottore Messer Pandolfo Collenuccio da Pesaro, p. 37
Ad ERCULE
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