Frasi dal lavoro
Le metamorfosi

Publio Ovidio Nasone Titolo originale Metamorphoseon libri (Latine)

Le metamorfosi è un poema epico-mitologico di Publio Ovidio Nasone incentrato sul fenomeno della metamorfosi. Attraverso quest'opera, ultimata poco prima dell'esilio dell'8 d.C., Ovidio ha reso celebri e trasmesso ai posteri numerosissime storie e racconti mitologici della classicità greca e romana.


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“Tanta è l'arte, che l'arte non si vede.”

X, 251; 1994, p. 399
Ars adeo latet arte sua.
Metamorfosi

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“Vedo ed approvo le cose migliori, ma seguo le peggiori.”

VII, 20
Video meliora proboque, deteriora sequor
Metamorfosi

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“[…] la bramosia mi consiglia una cosa, la mente un'altra. Vedo il bene e lo approvo, e seguo il male.”

VII, 19; 1994, p. 249
Aliudque cupido, | mens aliud suadet: video meliora proboque, | deteriora sequor.
Metamorfosi

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“Ma questo sono io! Ho capito, e la mia immagine non m'inganna piú! Brucio d'amore per me stesso, suscito e subisco la fiamma! Che devo fare? Farmi chiedere, oppure chiedere io? Ma poi, chiedere che? Quel che bramo l'ho in me: ricchezza che equivale a povertà. Oh potessi staccarmi dal mio corpo! Desiderio inaudito per un amante, vorrei che la cosa amata fosse piú distante.”

Narciso; III, 463; 1994, p. 115
Iste ego sum! sensi, nec me mea fallit imago. | Uror amore mei, flammas moveoque feroque! | Quid faciam? Roger, anne rogem? Quid deinde rogabo? | Quod cupio, mecum est: inopem me copia fecit. | O utinam a nostro secedere corpore possem! | Votum in amante novum: vellem quod amamus abesset!
Metamorfosi

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“Ma a che le giovò aver partorito due gemelli ed essere piaciuta a due dèi e avere per padre un gran guerriero e per nonno un fulgido astro? Non nuoce molte volte anche la gloria?”

XI, 318; 1994, p. 443
Quid peperisse duos et dis placuisse duobus et | forti genitore et progenitore comanti | esse satam prodest? An obest quoque gloria multis?
Metamorfosi

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“Lasciamo ai vecchi conoscere il diritto ed esaminare che cos'è permesso e che cos'è empio e non empio e rispettare le sottili distinzioni delle leggi. Alla nostra età si conviene essere temerari, in amore. Ancora non sappiamo che cosa sia lecito, e crediamo che tutto sia lecito e seguiamo l'esempio dei grandi dèi.”

IX, 554; 1994, p. 371
Iuta senes norint, et quid liceatque nefasque | fasque sit inquirant, legumque examina servent. | Conveniens Venus est annis temeraria nostris; | quid liceat nescimus adhuc, et cuncta licere | credimus, et sequimur magnorum exempla deorum.
Metamorfosi

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“Non c'è erba che possa guarire l'amore.”

I, 523
Nullis amor est sanabilis herbis.
Metamorfosi

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“Tanto ci si può illudere sulla bontà di una cosa!”

VI, 438; 1994, p. 231
Usque adeo latet utilitas!
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“O tre dee del castigo, Furie, volgete il vostro sguardo a questo rito infernale! Vendico una colpa commettendone un'altra. La morte va espiata con la morte. A delitto va aggiunto delitto, a funerale funerale: si estingua lo sciagurato casato, con questo accumularsi di lutti.”

VIII, 481; 1994, p. 319
«Poenarum que «deae triplices, furialibus», inquit | «Eumenides, sacris vultus advertite vestros! | Ulciscor facioque nefas; mors morte pianda est, | in scelus addendum scelus est, in funera funus: | per coacervatos pereat domus inpia luctus.
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“O Tempo divoratore, e tu, invidiosa Vecchiaia, voi tutto distruggete e a poco a poco consumate ogni cosa facendola morire, rosa dai denti dell'età, di morte lenta.”

Pitagora; XV, 234; 1994, p. 615
Tempus edax rerum, tuque, invidiosa Vetustas, | omnia destruitis, vitiataque dentibus aevi | paulatim lenta consumitis omnia morte.
Metamorfosi

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