Frasi da libroVita e destino
Vita e destino è un romanzo di Vasilij Grossman, opera letteraria fiume sulla guerra contro Hitler dai toni tolstoiani ed epici. Formalmente è la continuazione di Per la giusta causa, romanzo solenne sulla Battaglia di Stalingrado, vissuta dallo scrittore interamente al fronte come corrispondente della rivista dell'esercito sovietico Stella Rossa; benché ancora avvolto dal torpore fideistico nel regime sovietico, il testo addensò comunque sull'autore gli strali della critica ufficiale che imputava al libro "peccati" ideologici. Al contrario, Vita e destino si trasformò nel suo opposto, sia per la concezione che per la qualità: egli operò, all'interno del regime totalitario, il passaggio dall'antifascismo totalitario, ossia antidemocratico, all'antifascismo democratico, quindi antitotalitario. Frutto di una lenta maturazione personale, fu favorita dal fatto che egli, dopo la fine della guerra, vide tradite le speranze, sua e di tutti i sovietici, in un miglioramento del regime comunista, e fu dolorosamente colpito dalla subdola campagna antisemita dilagante al tempo. Cosa inaudita al tempo del canone socialrealista, Grossman si permise di mettere a confronto il genocidio dei lager nazisti con quello dei gulag sovietici, denunciando le profonde affinità tra nazismo e comunismo sovietico. Ciò era intollerabile per il regime di Mosca, il quale, dopo la morte di Stalin, propalava la tesi dello stalinismo come degenerazione della rivoluzione comunista, mentre Grossman demoliva l'edificio ideologico stesso sul quale si appoggiava la nomenklatura. Era questa la «bomba atomica» temuta dal regime. Portato alla redazione di una rivista sovietica per la pubblicazione, destò le ire di Kruscev, a cui Grossman, ingenuamente, scrisse per ottenerne l'appoggio.