Tito Lívio: Frasi popolari (pagina 4)

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“Esiste un diritto di guerra come esiste un diritto di pace.”

Marco Furio Camillo: V, 27; 1997
Sunt et belli, sicut pacis, iura.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Guai ai vinti!”

Re Brenno: V, 48; 1997 e 2006
Vae victis!
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Le avversità ricordano agli uomini i doveri religiosi.”

Marco Furio Camillo: V, 51; 1997
Adversae deinde res admonuerunt religionum.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Pianta l'insegna qui, alfiere; questo è il posto giusto per noi!”

Marco Furio Camillo: V, 55; 1997
Signifer, statue signum; hic manebimus optime.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X
Origine: Nel tempo l'espressione è stata poi ripetuta da Quintinio Sella nel 1870 riguardo a Roma Capitale ed è stata utilizzata da D'Annunzio riguardo all'impresa di Fiume. (2011)

“Qui resteremo benissimo.”

Marco Furio Camillo: V, 55; 2006
Hic manebimus optime.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Dimostratevi pronti alla guerra e avrete la pace.”

Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino: VI, 18; 2010
Ostendite modo bellum; pacem habebitis.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X
Origine: Quinzio Cincinnato in occasione della sua difesa, dopo essersi auto-deposto dalla carica di dittatore a causa delle accuse dei tribuni della plebe.

“La folla fonda le sue opinioni sulle cose più incerte.”

VI, 23; 2006
Multitudo ex incertissimo sumit animos.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Tutti hanno di dispiacersi quando sono superati in qualcosa dai parenti.”

VI, 34; 1997
A proximis quisque minime anteiri volt.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Queste sono piccole cose, ma è proprio non disprezzando queste piccolezze che i nostri antenati hanno reso così grande la Repubblica.”

Appio Claudio Crasso Inregillense: VI, 41; 1997
Parva sunt haec; sed parva ista non contemnendo maiores vestri maximam hanc rem fecerunt.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Abolire il dovere di pagare i debiti mina alla base le regole della convivenza umana.”

Appio Claudio Crasso Inregillense: VI, 41; 1997
[F]idem abrogari cum qua omnis humana societas tollitur?
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“L'ira e la speranza guidano ad errori.”

Tito Quinzio Peno Capitolino Crispino: VII, 40; 2006
Ira et spes fallaces sunt auctores.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“La situazione è giunta fino ai triarii.”

VIII, 8; 1997
[I]nde rem ad triarios redisse.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X
Origine: Si usa nei momenti di difficoltà ed è sinonimo di "la situazione è critica".

“Dimostra di essere solidissimo quel governo in cui tutti obbediscono con grande soddisfazione personale.”
Id firmissimum longe imperium est quo oboedientes gaudent.

Lucio Furio Camillo: VIII, 13

“Per lo più precipita nel suo destino chi fugge.”

VIII, 24; 2006
Ferme fugiendo in media fata ruitur.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Il risultato mostra che la fortuna aiuta gli audaci.”

VIII, 29; 2009
[E]ventus docuit fortes fortunam iuvare.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X
Origine: L'espressione «La fortuna aiuta gli audaci», utilizzata da Livio anche in un altro passo dell'opera (XXXIV, 37), si trova in molti autori latini, soprattutto in Terenzio Phorm. 1, 4, 25 (203); cfr. Cicerone Tusc. 2, 4, 11. Cfr. anche Publio Virgilio Marone.

“L'invidia, come il fuoco, si dirige sempre verso i posti più elevati.”

Quinto Fabio Massimo Rulliano: VIII, 31; 2006
Etenim invidiam tamquam ignem summa petere.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“È giusta quella guerra che scaturisce da una scelta obbligata e sono sante le armi di coloro che solo nelle armi possono riporre qualche speranza.”

citato in Tito Livio, IX, 1; 1997
Iustum est bellum quibus necessarium, et pia arma, quibus nulla nisi in armis relinquitur spes.
Attribuite

“La fortuna molto può in tutte le umane cose, ma specialmente in guerra.”

IX, 17; 2006
Fortuna per omnia humana maxime in res bellicas potens.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

“Absit invidia verbo.”

IX, 19 e XXXVI, 7

“Per badare allo Stato niente è più sicuro di un collegio concorde.”

Quinto Fabio Massimo Rulliano: X, 22; 2011
[N]ihil concordi collegio firmius ad rem publicam tuendam esse.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X
Origine: Questo qui espresso è il principio fondamentale delle istituzioni romane. Tutte le cariche erano collegiali, dai consoli alle magistrature minori, poiché c'era la convinzione che una gestione di questo tipo potesse allontanare il pericolo di una tirannide. (2011)