“L'anima dell'animismo riunisce in sé attribuzioni caratteristiche ad entrambe le parti. Il suo essere mobile ed effimero, la capacità di lasciare il corpo, d'impossessarsi in modo definitivo o transitorio di un altro corpo, sono caratteristiche che richiamano vivamente quelle della coscienza. Ma il modo con cui essa si cela dietro le manifestazioni della personalità ci ricorda l'inconscio; oggi non attribuiamo più l'immutabilità e l'indistruttibilità ai processi consci, ma a quelli inconsci, e consideriamo questi ultimi i reali portatori della vita psichica.”

Origine: Totem e tabù (1913), p. 105

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
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Sigmund Freud 180
neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoa… 1856–1939

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“Chiunque avanzi sul cammino dall'autorealizzazione deve inevitabilmente riportare alla coscienza i contenuti del suo inconscio personale, allargando in tal modo in grande misura il campo della sua personalità.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Origine: La struttura dell'inconscio (1916), p. 109; 1997

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“Distinguo quindi fra l'Io e il Sé, in quanto lIo è solo il soggetto della mia coscienza, mentre il Sé è il soggetto della mia psiche totale, quindi anche quella inconscia […]. Nelle fantasie inconsce il Sé appare spesso come una personalità di grado superiore o ideale: così Faust in Goethe e Zarathustra in Nietzsche.”

Ma, nello studiare la filosofia delle Upanishad, in noi cresce l'impressione che il completamento di questo percorso non è proprio il più semplice dei compiti. La nostra arroganza occidentale verso queste intuizioni del pensiero indiano è un segno della nostra barbara natura, che non ha il più remoto sentore della sua straordinaria profondità e sorprendente accuratezza psicologica. Siamo ancora così ignoranti che abbiamo effettivamente bisogno di leggi dall'esterno, e di una tavola della legge o di un Padre sopra, per mostrarci ciò che è buono e ciò che è giusto fare. E dato che siamo ancora barbari, qualsiasi fiducia nella natura umana ci sembra un naturalismo pericoloso e immorale. Perché questo? Perché sotto la sottile patina della cultura barbara, la belva selvaggia è pronta all'agguato, giustificando ampiamente la sua paura.
But, as we study the philosophy of the Upanishads, the impression grows on us that the attainment of this path is not exactly the simplest of tasks. Our Western superciliousness in the face of these Indian insights is a mark of our barbarian nature, which has not the remotest inkling of their extraordinary depth and astonishing psychological accuracy. We are still so uneducated that we actually need laws from without, and a task-master or Father above, to show us what is good and the right thing to do. And because we are still such barbarians, any trust in human nature seems to us a dangerous and unethical naturalism. Why is this? Because under the barbarian's thin veneer of culture the wild beast lurks in readiness, amply justifying his fear.
Tipi psicologici (1921)
Origine: Citato in A Tribute to Hinduism http://www.hinduwisdom.info/quotes61_80.htm#Q79.

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“La Persona è il modo in cui il soggetto è visto dal mondo. L'Anima […] come viene vista dall'inconscio collettivo.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

da La struttura dell'incosncio
La struttura dell'inconscio (1916)

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“Il transfert in sé non è altro che una proiezione di contenuti inconsci.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Origine: La psicologia dei processi inconsci (1917), p. 58; 1997

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“In generale, i comportamenti umani sono motivati da forze inconsce, qualunque siano le spiegazioni razionali che attribuiamo loro in seguito.”

Alejandro Jodorowsky (1929) scrittore, drammaturgo e poeta cileno

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“Dio è inconscio, è l'inconscio; in tal modo è sempre in noi, assegnando a ciascuno tristezze e gioie a seconda di quel che si combina.”

Umberto Silva (1943) psicoanalista e scrittore italiano

da Sesso sesso sesso http://www.ilfoglio.it/soloqui/8948, il Foglio, 22 maggio 2011

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