“Quali sono le cose che mi sconvolgono? Le meno appariscenti. Per lo più oggetti inanimati. Che cosa mi sconvolge in esse? Un qualcosa che non conosco. Ma è proprio questo! Da dove mi viene questo "qualcosa"? Io avverto la sua esistenza, esso agisce su di me, quasi volesse parlare. Mi trovo nella medesima agitazione di uno che cerchi, senza riuscirci, di cogliere le parole di un paralitico tra le smorfie della sua bocca. È come se avessi un senso in più rispetto agli altri, ma un senso non del tutto sviluppato, un senso che c'è, che si fa sentire, ma che non funziona. Per me il mondo è pieno di voci mute: ed io, quindi, sono un veggente o un allucinato?”
1991, p. 117
Il giovane Törless
Argomenti
mondo , agitazione , allucinato , bocca , cosa , esistenza , funzione , meno , oggetto , parola , pieno , rispetto , senso , smorfia , veggente , parola-chiave , paralitico , proprioRobert Musil 100
scrittore e drammaturgo austriaco 1880–1942Citazioni simili

2001, pp. 18-20
Trattato sul bello

“L'unico senso intimo delle cose | è che esse non hanno nessun senso intimo.”
da Una sola moltitudine, a cura di Antonio Tabucchi con la collaborazione di M.J. de Lancastre, Adelphi, Milano 1984, vol. II, p. 81
Il poeta è un fingitore

Origine: Citato in Francesco Battistini, Corriere della Sera, 28 novembre 2008, p. 57.
citato in Giuseppe Mesirca, Immagini di città, Introduzione, p. 31