“Roma nostra vedrai. La vedrai da' suoi colli: | dal Quirinale fulgido al Gianicolo, | da l'Aventino al Pincio più fulgida ancor ne l'estremo | vespero, miracol sommo, irraggiare i cieli… | Nulla è più grande e sacro. Ha in sé la luce d'un astro. | Non i suoi cieli irragia solo, ma il mondo, Roma.”

Origine: da Elegie Romane, Congedo, L'Oleandro.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Gabriele d'Annunzio 109
scrittore, poeta e drammaturgo italiano 1863–1938

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XI, 318; 1994, p. 443
Quid peperisse duos et dis placuisse duobus et | forti genitore et progenitore comanti | esse satam prodest? An obest quoque gloria multis?
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