“Come potete dunque, dopo il mio nirvāṇa, mangiare carne di esseri viventi e pretendere di essere miei discepoli? Dovete sapere che coloro che mangiano carne, per quanto le loro menti possano aprirsi e realizzare una parvenza di samādhi, non sono altro che grandi rākṣasa che, dopo questa vita, sprofondano nuovamente nell'amaro oceano del saṃsāra e non possono essere miei discepoli. Essi si uccideranno e divoreranno a vicenda incessantemente; come potranno dunque sfuggire ai tre mondi dell'esistenza?
Dovrai perciò insegnare agli uomini mondani che si esercitano nel samādhi a non uccidere. Questo è chiamato il profondo insegnamento del Buddha sul secondo atto determinante. Perciò, Ānanda, se non si smette di uccidere, l'esercizio del dhyāna-samādhi è come gridare tappandosi le orecchie nella speranza che la gente non oda le grida, oppure come cercare di nascondere qualcosa che è già sotto gli occhi di tutti.”
Śūraṃgama sūtra
Argomenti
discepolo , carne , essere , parvenza , determinante , amaro , oceano , insegnamento , esercizio , orecchio , vicenda , vivente , chiamata , atto , esistenza , speranza , profondo , sapere , color , colore , secondo , tre-giorni , gente , uomini , grande , vita , dopo , mondano , altroGautama Buddha 83
monaco buddhista, filosofo, mistico e asceta indiano, fonda… -563–-483 a.C.Citazioni simili

Laṅkāvatārasūtra

Śūraṃgama sūtra


Laṅkāvatārasūtra

Origine: Citato in Umberto Veronesi, Dell'amore e del dolore delle donne, Einaudi, Torino, 2010, pp. 123-124. ISBN 978-88-06-20133-3

Laṅkāvatārasūtra

Dovete abbandonare tutto. Non è una rinuncia fisica, lo capite: sarebbe facile. Quando cadono le vostre illusioni, finalmente siete in contatto con la realtà, e credetemi, non sarete mai più soli, mai più. La solitudine non si cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con la realtà.
Messaggio per un'aquila che si crede pollo