“Un colonnello della Honvéd, ossia dell'esercito ungherese, mi si è avvicinato e ha voluto che andassi a vedere giù sulla riva del Danubio la neve che era tutta macchiata di sangue. Lì erano stati ammazzati, durante la notte, degli ebrei. Per il colpo alla nuca che ricevevano, cadevano dentro nel Danubio. Questo ufficiale, ha detto che l'esercito non ha nessuna responsabilità e che sono stati i Nyilask, ossia i nazisti ungheresi. Allora gli ho detto: "caro colonnello, l'esercito, in qualsiasi parte del mondo, è un'istituzione per la difesa interna ed esterna, e deve difendere i cittadini dai soprusi anche all'interno."”

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 30 Gennaio 2024. Storia

Citazioni simili

Nguyễn Cao Kỳ photo
Vittorio Arrigoni photo

“Gli ospedali sono stati convertiti dall'esercito israeliano in fabbriche di angeli, perché le prime vittime di questo massacro sono stati i bambini.”

Vittorio Arrigoni (1975–2011) scrittore e attivista italiano

Origine: Youtube, Video: "Restiamo Umani" https://www.youtube.com/watch?v=SblB2O7AfP4 di Anna Maria Selini

Henry Kissinger photo
Giorgio Perlasca photo

“Mi era arrivata la voce dai primi di gennaio che gli ultranazisti ungheresi volevano rastrellare tutti gli ebrei del ghetto internazionale per portarli al ghetto comune, chiuderli dentro, dare fuoco al ghetto, e uccidere quelli che tentavano di scappare. C'era già un muro intorno. Io non credevo a una cosa del genere perché mi sembrava un'enormità, un'atrocità enorme. Non ci credevo. Però, una bella mattina, ho visto passare una colonna di ebrei […] portati verso il ghetto che era lì a trecento metri. Ho domandato chi erano, e mi hanno detto che erano i portoghesi, ebrei ungheresi protetti dalla legazione del Portogallo. Durante la notte - credo le due di notte - era venuto in legazione un inviato della legazione portoghese: mi chiedevano che assumessi la protezione degli interessi portoghesi perché lui non ce la faceva più. Quando la mattina ho visto passare questa colonna di ebrei ungheresi protetti dalla legazione portoghese, ho cominciato a capire che qualcosa stava succedendo. E così ho scritto una lettera a questo ministro Vajna, dicendo che ho sentito queste voci e sono sicuro che lui, come ministro dell'interno e responsabile civile e militare della capitale assediata, non avrebbe permesso una cosa del genere. Quello non ha risposto. Allora […] mi sono presentato lì dove lui aveva la sua sede, nel sotterraneo del municipio di Budapest, che è un grandioso edificio, con un sotterraneo spazioso con uffici, e lì ho trovato Wallenberg, lo svedese, e Zürcher lo svizzero, ai quali ho detto "adesso io vado dentro e poi vi saprò dire". Sono andato da questo signore, il quale mi ha detto chiaro e tondo che lui aveva intenzione di fare una cosa del genere. Io ero sbalordito. Pensavo dentro di me: "ma questo qui proprio sta diventando matto, lui è ministro degli interni, è responsabile civile e militare della capitale assediata, come fa a pensare di fare una strage del genere?". Penso che ci fossero dentro nel ghetto sessantamila [prigionieri], più trentamila che venivano dalle case protette, insomma: si trattava di ammazzare un centinaio di migliaia di persone, oltre che distruggere la parte storica della capitale.”

Giorgio Perlasca (1910–1992) funzionario italiano
Louis-ferdinand Céline photo
Ippolito Nievo photo
Ariel Sharon photo
Vittorio Arrigoni photo
Ernest Hemingway photo
Licio Gelli photo

Argomenti correlati