“Pure, per quanto fossi preparato all'ignoto, e anzi a qualcosa di estremamente remoto, il più mi parve consueto e familiare. Solo molto più tardi, molto tempo dopo la grande guerra che giustamente, a mio parere, viene chiamata "guerra mondiale", e non già perché l'ha fatta tutto il mondo, ma perché noi tutti, in seguito ad essa, abbiamo perduto un mondo, il nostro mondo, solo molto più tardi, dicevo, dovevo accorgermi che perfino i paesaggi, i campi, le nazioni, le razze, le capanne e i caffè del genere più diverso e della più diversa origine devono sottostare alla legge del tutto naturale di uno spirito potente che è in grado di accostare ciò che è distante, di rendere affine l'estraneo e di conciliare l'apparentemente divergente. Parlo del frainteso e anche abusato spirito della vecchia monarchia, che in questo caso faceva sì che io fossi di casa a Zlotogrod non meno che a Sipolje o a Vienna.”
cap. IX, p. 44
La Cripta dei Cappuccini
Argomenti
guerra , mondo , affine , cap. , capanno , caso , chiamata , estraneo , familiare , genere , genero , grado , grande , ignoto , legge , meno , monarchia , mondiale , nazione , origine , paesaggio , parere , potente , seguito , spirito , tempo , vecchio , caffè , casa , dopo , preparato , tardiJoseph Roth 54
scrittore e giornalista austriaco 1894–1939Citazioni simili

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