“E nondimeno, è proprio Galileo che è nel vero. Perché, come siamo venuti dicendo, egli non cerca affatto nei dati sperimentali il fondamento della sua teoria; sa bene che è impossibile. E sa anche che l'esperienza, come pure la sperimentazione, eseguita nelle condizioni concrete – nell'aria e non nel vuoto, su una tavola levigata e non su un piano geometrico, ecc. – non può dare i risultati previsti dall'analisi del caso astratto. Cosí non gli passa neppure per la mente di esigerlo. Il caso astratto è un caso supposto e l'esperienza deve confermare che questa supposizione è giusta, nel limite delle sue possibilità, o, meglio, nel limite della nostra possibilità. Perché, come si è detto recentemente: «a che pro cercare il quinto decimale, quando già il secondo non ha nessun senso?».”

cap. II, 3, p. 156

Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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storico della scienza e filosofo francese 1892–1964

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“Non si possono isolare i fenomeni. Non si può dunque fare della fisica «astratta», come quella di Galileo. L'astrazione che trascura le complicazioni del caso concreto, reale, è completamente legittima nel mondo di Galileo: un mondo archimedeo. Essa gli permette di dedurre il caso semplice, il caso ideale, partendo dal quale è in condizione di spiegare il caso concreto e complesso. Ma Descartes non può fare che una fisica concreta. L'astrazione galileiana non lo condurrebbe al caso semplice: essa lo condurrebbe piuttosto al caso impensabile. Per fare qualcosa di analogo a ciò che fa Galileo, avrebbe dovuto prendere in esame non il caso semplice, ma il caso generale. E ciò, lo studio del movimento di un corpo all'interno di un liquido perfetto, è di gran lunga superiore ai suoi mezzi matematici. Descartes lo conferma affermando che oltrepassa le possibilità della conoscenza umana. Lo studio sperimentale è ugualmente impossibile. Come misurare, infatti, il dato principale del problema, la velocità del movimento della materia sottile?
In tal modo, cosa infinitamente curiosa, Descartes, che non era riuscito a dedurre l'esatta legge della caduta perché non aveva capito la nuova concezione del movimento che gli proponeva Beeckman, e che non aveva saputo far coincidere lo studio fisico (causale) del fenomeno della caduta con la sua analisi matematica, rinuncia proprio nel momento in cui, avendo chiarito appieno l'idea del movimento, arriva a formulare il principio fondamentale della scienza moderna, il principio d'inerzia! Il fatto è che, anche in questo caso, egli non ha saputo mantenersi nei giusti limiti: identificando l'estensione e la materia, ha sostituito alla fisica la geometria. Ancora una volta dunque, geometrizzazione a oltranza. Soppressione del tempo. È la ragione per cui la fisica delle idee evidenti, la fisica che costituí una rivincita di Platone, si conclude con una sconfitta. Una sconfitta analoga a quella di Platone.”

Alexandre Koyré (1892–1964) storico della scienza e filosofo francese

cap. II, 2, pp. 135 sg.
Studi galileiani

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“In tal caso mi spiacerebbe proprio per il buon Dio: la teoria è giusta!”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: In risposta alla domanda di uno studente su cosa avrebbe detto se la teoria della relatività generale non fosse stata confermata dalle misurazioni astronomiche. Pensieri di un uomo curioso, p. 124.
Origine: Nel 1919, Archivio Einstein 33-257.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 124

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