cap. II, Conclusione, pp. 156 sg.
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“Il platonico risponde – come abbiamo visto fare Galileo – che le leggi matematiche sono, per la realtà fisica, delle leggi approssimate. Ciò può sostenersi, se si ammette – e nella misura in cui lo si fa – che gli esseri fisici «imitano» e «approssimano» gli esseri geometrici; vale a dire se si è già platonici e se si ammette che il reale è matematico nella sua intima essenza; ma non basta. Perché noi non abbiamo alcuna possibilità di determinare il grado di approssimazione, o, se si preferisce, di differenziazione, tra le forme geometriche e le figure reali […]: infatti, il reale, non solo non è regolare, ma è impreciso. Appunto per questo non può esserci scienza che del generale e l'individuale non può essere oggetto di una conoscenza scientifica […].”
cap. III, Conclusione, p. 289
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Argomenti
leggi , approssimazione , appunto , cap. , conclusione , conoscenza , differenziazione , essenza , essere , figura , fisico , generale , grado , intimo , matematico , misura , oggetto , scienza , visto , possibilità , dire , fare , realtàAlexandre Koyré 36
storico della scienza e filosofo francese 1892–1964Citazioni simili
ibidem, p. 282 sg.
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ibidem, pp. 290 sg.
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cap. III, La fisica di Galileo, pp. 250 sg.
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cap. III, Il Dialogo sopra i massimi sistemi e la polemica antiaristotelica, p. 210
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“Un fisico è un matematico con il senso della realtà.”
citato in T. A. Bass, The Predictors – Penguin, 2000

da La nostra terra, il testo: p. 237
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