“Il platonico risponde – come abbiamo visto fare Galileo – che le leggi matematiche sono, per la realtà fisica, delle leggi approssimate. Ciò può sostenersi, se si ammette – e nella misura in cui lo si fa – che gli esseri fisici «imitano» e «approssimano» gli esseri geometrici; vale a dire se si è già platonici e se si ammette che il reale è matematico nella sua intima essenza; ma non basta. Perché noi non abbiamo alcuna possibilità di determinare il grado di approssimazione, o, se si preferisce, di differenziazione, tra le forme geometriche e le figure reali […]: infatti, il reale, non solo non è regolare, ma è impreciso. Appunto per questo non può esserci scienza che del generale e l'individuale non può essere oggetto di una conoscenza scientifica […].”

cap. III, Conclusione, p. 289
Studi galileiani

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Alexandre Koyré 36
storico della scienza e filosofo francese 1892–1964

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“Orbene, è proprio quello che Galileo non fa. E non può fare, perché egli – per esprimerci in termini moderni – confonde la gravità con la massa. Ed è per questo che la gravità, per lui, non è una «forza» che agisce sul corpo, ma è qualcosa di cui il corpo è «dotato», qualcosa che appartiene al corpo stesso. In tal modo essa non subisce nessuna variazione né nel tempo, né nello spazio. Galileo può ben – seguendo Archimede – astrarre, o far astrazione, della realtà e trascurare la direzione reale che prende la gravità sulla terra (cosa che, d'altra parte, gli rimprovereranno, unanimemente, Simplicio e Sagredo); può, per giustificare questo procedimento presentarci il suo mondo archimedei come una prima approssimazione (nella qual cosa ha ragione, e anche doppiamente ragione: la legge archimedea della caduta è un'approssimazione della legge reale, più complessa; e il mondo archimedeo è, partendo dal mondo geometrico, una prima approssimazione del mondo fisico), ma non può spingere l'«astrazione» oltre, e ciò perché la gravità, come abbiamo visto tante e tante volte, è una proprietà costitutiva del corpo fisico.
La fisica di Galileo spiega ciò che è con ciò che non è. Descartes e Newton vanno piú lontano: le loro teorie fisiche spiegano ciò che è con ciò che non può essere; spiegano il. reale con l'impossibile. Galileo, abbiamo visto, non lo fa. Non gliene facciamo tuttavia una colpa. In realtà, questo impossibile, vale a dire il moto inerziale in linea retta, è in qualche modo meno impossibile per Newton o Descartes di quanto non lo sia per Galileo. O, se si preferisce, l'impossibilità di questo movimento non è la stessa. Non ha la stessa struttura.”

Alexandre Koyré (1892–1964) storico della scienza e filosofo francese

ibidem, p. 282 sg.
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“Un fisico è un matematico con il senso della realtà.”

citato in T. A. Bass, The Predictors – Penguin, 2000

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“Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

da Sidelights on Relativity, Dover, p. 12

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