“Le biblioteche, per loro stessa natura, possono sostenere ma anche mettere in discussione l'autorità di potere. Come depositari di storia o fonti per il futuro, guide o manuali per i tempi difficili, simboli di autorità passate e presenti, i libri di una biblioteca rappresentano ben più di quanto contengano nel loro insieme, e sono stati considerati, sin dall'inizio della scrittura, una minaccia. Poco importa il motivo per cui una biblioteca viene distrutta: ogni censura, riduzione, frammentazione, saccheggio o bottino dà origine (perlomeno come presenza spettrale) a una biblioteca più forte, più chiara e più durevole di libri banditi, saccheggiati, depredati, frammentati o ridotti. Può essere che questi libri non siano più consultabili, che esistano soltanto nel vago ricordo di un lettore o nell'ancor più vago ricordo di una tradizione e di una leggenda, ma hanno acquisito una sorta di immortalità. […] Le biblioteche che sono svanite o a cui non è mai stato concesso di esistere sono molte di più di quelle che visitiamo, e formano gli anelli di una catena circolare che ci accusa e ci condanna tutti.”

Origine: La biblioteca di notte, p. 109

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“Troppi libri, in quei cimiteri dei libri che sono le biblioteche.”

Piero Meldini (1941) scrittore italiano

da L'avvocata delle vertigini, Adelphi

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“Ogni biblioteca è, per necessità, una creazione incompleta, un work-in-progress, e ogni scaffale vuoto preannuncia i libri che verranno.”

Alberto Manguel (1948) scrittore e traduttore argentino

Origine: La biblioteca di notte, p. 74

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