“Il sospetto che noi e il mondo siamo fatti a immagine di qualcosa di meravigliosamente e caoticamente coerente che sfugge alla nostra comprensione, e di cui però noi siamo parte; la speranza che il nostro cosmo esploso e noi stessi, sua polvere di stelle, abbiamo un significato e un metodo ineffabili […] l'idea che ciò che possiamo conoscere della realtà è un'immaginazione fatta di linguaggio… tutto questo trova la sua manifestazione materiale in quell'autoritratto che chiamiamo biblioteca. E il nostro amore per essa, e il nostro desiderio di vederne di più, e il nostro orgoglio nel vederla compiuta […] sono dimostrazioni tra le più felici e commoventi che, nonostante tutte le tribolazioni e le sofferenze di questa vita, possediamo una fede in un metodo dietro la follia che è più intima, più consolatoria e forse più redentrice di quanto ogni divinità gelosa si possa augurare per noi.”

Origine: La biblioteca di notte, p. 269

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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Baruch Spinoza (1632–1677) filosofo olandese

da un inciso presente sul retro del libro, traduzione di Francesco Chiossone, il melangolo, Recco 2007
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