“Uomo sono, e mi pregio
D'esser humano; e teco, che sè huomo,
O che più tosto esser dovresti, parlo
Di cosa humana; e, se di cotal nome
Forse ti sdegni, guarda
Che nel dishumanarti
Non divenghi una fera, anzi che un Dio.”

Linco: Atto I, scena I
Il pastor fido

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
Argomenti
atto , cosa , essere , guardia , nome , pregio , scena , sdegno , uomo , forse
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Battista Guarini 13
drammaturgo, scrittore e poeta italiano 1538–1612

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Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

I Vestibolo: ritratti degli eroi fondatori. Isaac Newton: il tutto nella parte, pp. 25-26
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Variante: Nell'abbazia di Westminster c'è un sepolcro e su questo una iscrizione, forse la più bella che l'uomo abbia scolpito per un altro uomo: «Si rallegrino i mortali – ecco subito l'ossimoro, il bisticcio – che tra loro sia vissuto un cotale e cotanto lustro del genere umano». Questo grande eroe del razionalismo, questo humani generis decus è celebrato dal poeta Alexander Pope con un distico dalla musicalità intraducibile, nel quale la rima baciata tra notte e luce (night e light) genera l'ossimoro della conoscenza e dell'ignoranza. «Natura e leggi di natura erano nel grembo della notte, e Dio disse sia fatto Newton e tutto fu luce». (I Vestibolo: ritratti degli eroi fondatori. Isaac Newton: il tutto nella parte, pp. 25-26)

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Origine: Citato in Alessandro Mastroluca, Billie Jean King: "Federer dovrebbe supportarci di più" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/09/28/778868-billie_jean_king_uguaglianza.shtml, Ubitennis.com, 29 settembre 2012.

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