“L'URSS, nella dispendiosa guerra fredda di movimento, fino al Natale del 1979 (invasione dell'Afghanistan), trovò cioè sempre soggetti che, per la natura stessa della loro battaglia, combattevano, in massa, e in prima persona, la battaglia anticolonialistica e nazionalistica. Gli USA, per contrastare l'indiretto avanzamento dell'URSS, dovettero invece esporsi in modo visibile e diretto. Il fardello dell'uomo bianco, incarnatosi nel colonialismo, fu, tra i peccati originali dell'Occidente, quello che, nella sua lunghissima ed estenuante fase terminale, contribuì a rafforzare e consolidare l'URSS, una potenza, altrimenti, già giunta nel 1945 (e formalmente nel 1949), dal punto di vista strutturale-economico e territoriale-militare, al limite estremo delle proprie possibilità espansive. E con l'URSS l'agonia del colonialismo, dopo quella del fascismo, contribuì a potenziare il cosiddetto «comunismo». La prima (l'URSS) e il secondo (il «comunismo») cominceranno a declinare, e poi, in maniera straordinariamente precipitosa, a scardinarsi, per ragioni, come vedremo, senza dubbio molteplici. Tra queste certamente ci fu anche, e non tra le minori – nella seconda metà degli anni '70 –, l'esaurirsi «territoriale» e «meccanico» del processo della decolonizzazione.”

Origine: Storia della guerra fredda, p. 82

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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