“Le rivoluzioni pacifiche del 1989 nell'Europa centro-orientale, rivoluzioni che portarono non già alla fine della guerra fredda, se non nel senso generico del termine, giacché le guerre fredde erano già finite nel 1953 e nel 1975, condussero tuttavia alla fine di quei blocchi che alla guerra fredda erano stati consustanziali. L'URSS subì allora, con oltre settant'anni di ritardo, una sorta di Versailles «etno-nazionale» che demolì l'ultimo impero sopravvissuto alla prima guerra mondiale, un impero che, per ben due volte nel secolo (nel 1918-1921 e nel 1942-1945), aveva dimostrato straordinarie, e a priori impensabili, capacità di resurrezione. Il referto di morte del comunismo e del suo apparente universalismo fu dunque notarilmente firmato, nell'agonia finale, da quello che nella cosiddetta «guerra civile europea» era sembrato essere il suo avversario principale, vale a dire il nazionalismo particolaristico, o meglio, entro i confini dell'URSS, la pletora dei nazionalismi grandi e piccoli emersi dopo secoli di dominazione imperiale autocratico-zarista e sovietico-comunista.”

Origine: Storia della guerra fredda, pp. 146 sg.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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Origine: Citato in Pence: "Gli Usa appoggiano la Nato, ma gli alleati devono fare di più". Merkel lo stoppa http://www.lastampa.it/2017/02/18/esteri/pence-gli-usa-appoggiano-la-nato-ma-gli-alleati-devono-fare-di-pi-merkel-lo-stoppa-xd6Oz2KtpzbvjQeFzEmqwJ/pagina.html, La Stampa.it, 18 febbraio 2017.

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