“Héctor si prese la testa fra le mani e cominciò a rimuginare. Sempre la stessa storia: la morte degli altri. Uccidere. Era sconcertato. Si suppone che la morte debba provocare in noi reazioni violente, si suppone che gli esseri umani non vengano al mondo per ammazzarsi a vicenda. O invece sì? Quella domanda gli penetrava dritta fra le sopracciglia, e rimaneva lì, sospesa.
Gli piaceva il potere, il sapore del potere sulla vita degli altri? La sua buona mira, il sangue freddo, la prontezza di riflessi, e quella insospettabile capacità da guercio di fare a meno dell'occhio sinistro, il fatto che la vista gli si era adattata, a quanto pareva, e lui sparava meglio di prima. Dove aveva imparato a sparare così?”

cap. 9, p. 112
Niente lieto fine

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Lei gli prese la testa fra le mani e la adagiò affettuosamente sul proprio petto.”

Arthur Schnitzler (1862–1931) scrittore, drammaturgo e medico austriaco

Ora siamo svegli, – disse, – e lo resteremo a lungo.
Per sempre, avrebbe voluto correggerla Fridolin, ma prima che potesse pronunciare quelle parole lei gli posò un dito sulle labbra e mormorò, come tra sé: – Mai indagare il futuro. (2011, p. 112)
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“La morte non è | nel non poter comunicare | ma nel non poter più essere compresi.”

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Origine: Citato in Pier Paolo Pasolini: In Living Memory, a cura di Benjamin Lawton e Maura Bergonzoni, New Academia Publishing, Washington, 2014, p. 254 https://books.google.it/books?id=K4TaEzPzCxAC&pg=PA254. ISBN 978-0-9818654-1-6

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“Ciò che mi irritò di più, e che mi fece odiare il potere, fu lo spettacolo dei membri del Comando Regionale in lotta per il potere. Litigavano tanto sull'autorità che persero la Rivoluzione del Ramadan, e anche se stessi. Erano loro i responsabili per il rovesciamento del Partito nel 1963, e io osservavo la loro lotta per il potere, il modo in cui si mordevano a vicenda nell'ascesa al potere. Così, io sviluppai un'avversione per il potere, infatti cominciai a detestarlo. Posso dire che anche oggi lo detesto. Non potrebbe mai piacermi, e ho sempre percepito una distanza fra ma stesso e il potere.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

What annoyed me most and made me hate power was the sight of the members of the Regional Command, fighting for power. They disagreed over authority so much that they lost the Ramadhan Revolution and themselves too. They were responsible for the Party setback in 1963, and I used to watch their power struggle, how they used to bite each other on the way to power. So I developed an aversion to power, that is, I began to loath it. And I tell you even now I hate power. I could never like it, and have always felt a distance between power and myself.
Variante: Ciò che mi irritò di più, e che mi fece odiare il potere, fu la vista dei membri del Comando Regionale lottare per il potere. Bisticciavano così tanto sull'autorità che quasi quasi persero la Rivoluzione del Ramadan, e anche se stessi. Erano loro i responsabili per l'intoppo del 1963, e io osservai la loro lotta per il potere, in cui si mordevano a vicenda nell'ascesa al potere. Così, io sviluppai un disprezzo per il potere, infatti cominciai a odiarlo. Posso dire che anche oggi lo odio. Non potrebbe mai piacermi, e ho sempre percepito una distanza fra ma stesso e il potere.

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