“Mangiavo il gelato in una piazza di un paesino [del Salento], mi sporcai le mani e improvvisamente si presentò uno degli operai della fabbrica dove lavorava il padre di Carmelo; mi si avvicinò con grande umiltà portando con sé una catinella d'acqua e un asciugamano di corredo che aveva un po' di ricamo, si mise in ginocchio e disse: «Voscienza, lavatevi le mani! Voscienza benedica!». E non sapevo cosa fare, lavarle mi sembrava di mancargli di rispetto, non farlo pure. E nel frattempo facevo la sciocca, mi leccavo le mani, mentre mia suocera mi dava delle gomitate: «E lavati le mani?» Alla fine non riuscii e venni via mestamente da questo incontro.”
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parte IV; 2004, p. 222
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Origine: Da Australian Open Day 3: Le ultime magie di Santoro http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=241&ID_articolo=47&ID_sezione=523, Lastampa.it, 221 gennaio 2009.