“Dov'è quel Carlo, che d'Europa il pondo | libra e corregge nell'immensa mole, | germe sublime d'arbore fecondo, | e d'Ibera eroina inclita prole: | ne' suoi be' giorni si raddoppia il mondo, | né mai tramonta ov'egli impera il sole, | poiché aggiunti i materni ai patrii regni | lo scettro stende oltre gli Erculei segni.”

canto III, ottava 33; p. 97
Italiade

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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