„Qual sovra i cieli entrambe ergon fiammante | triangolar Piramide infinita… | Un atomo è il creato a Lei davante, | un lampo il sole, un palpito la vita… | L'immensa eternità solo un istante | che a quel centro s'aggira, ond' è partita… | della Triade increata è questo il Trono | e in tre voci vi suona — lo son chi sono. || Stassi il Padre, il Figliuolo, e il Divo Amore | in un distinti, e l'uno all'altro eguale… | Ma chi fissar potrebbe in quel fulgore | l'occhio che il sole a sostener non vale; | bench'egli porti del divin Fattore | poche faville in debil vase e frale, | come raggiunger può chi tanto splende | la mente che se stessa non comprende?“
— Angelo Maria Ricci
canto VI, ottava 74-75; p. 229