“[Su Giordano Bruno] Capace di riconoscere le gamma infinita delle forme naturali e dei sentimenti umani, mirava ad agire «praticamente» nella dinamica degli affetti. Esemplare è l'introduzione del De vinculis, dove Bruno spiega che il mago è «capitano di popoli»: deve «vincolare gli uomini chiamati ad amministrare la cosa pubblica» nel quadro di una «riflessione sulla vita civile», in vista dell'universale «renovatio mundi» che vagheggiava. E in ciò, il Nolano non è troppo distante da Machiavelli. Magia pratica, dunque, ma sorretta da una visione ontologica.”

Origine: Da Bruno, le magie scientifiche di un eretico https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/gennaio/10/BRUNO_magie_scientifiche_eretico_co_0_0101104106.shtml, corriere.it, 10 gennaio 2001.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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scrittore e giornalista italiano 1943–2005

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“Quante idee originali in Bruno, quante intuizioni geniali che superano largamente il livello intellettuale della sua epoca. A me sembra che a questo riguardo ci sia una vera ingiustizia. Bisognerebbe far risaltare maggiormente Giordano Bruno come profeta della scienza umana. Potrei citare numerosi punti dove i problemi posti da Bruno sono problemi di cui discutiamo ancora oggi. Uno di questi problemi è, in tutta evidenza, quello dell'universo infinito.”

Ilya Prigogine (1917–2003) chimico e fisico russo

Origine: Citato in Prigogine: con Bruno dentro l'infinito https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/30/Prigogine_con_Bruno_dentro_infinito_co_0_030530072.shtml, Corriere della Sera, 30 maggio 2003, p. 37.

“Nessuna meraviglia che un uomo come Giordano Bruno corredi questo mondo della spazialità infinita, sottratto in certo modo alla onnipotenza divina, e pure completamente misurabile, di una sublimità quasi religiosa e che gli attribuisca, «accanto all'estensione infinita del χενόν democriteo, l'infinita dinamica dell'anima del mondo neoplatonica». Nonostante l'afflato mistico, questa concezione dello spazio è già quella che più tardi verrà razionalizzata da Cartesio e formalizzata nella teoria Kantiana.”

Erwin Panofsky (1892–1968) storico dell'arte tedesco

pag. 46
La prospettiva come forma simbolica
Origine: [Nota presente nel medesimo testo da cui è tratta la citazione] L. Olschki, op. cit.; a questo proposito anche Jonas Cohn, Das Unendlichkeitsproblem, 1896. È particolarmente interessante il modo in cui Bruno, per poter fondare il suo concetto dello spazio infinito anche sull'«Autorità» degli antichi, contro la concezione scolastico-aristotelica, si rifà consapevolmente ai frammenti dei presocratici, e in particolare alle dotrine di Democrito: in certo modo – ed è un fatto sintomatico per tutto il movimento rinascimentale – egli si vale di una Antichità contro un'altra; il risultato è un terzo termine, appunto la specifica «modernità». L'opposto della bella definizione bruniana dello spazio come «quantitas continua, physica triplici dimensione constans» è la personificazione medioevale (ad esempio, nel Duomo di Parma) delle quattro dimensioni (parallele ai quattro evangelisti, ai quattro fiumi del paradiso, ai quattro elementi, ecc.)

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