“Giacevo in attesa | tra la superficie di torba e le mura | del regno, tra strati di erica | e pietre aguzze taglienti. || Il mio corpo era leggibile | dalle influenze striscianti: | mi brancolava sul capo il sole dell'alba | e si raffreddava ai miei piedi. || Attraverso le vesti e la pelle | mi digeriva | la linfa dell'inverno, | e le radici illetterate || ponderavano e morivano | nelle cavità | dello stomaco e degli occhi. | Giacevo in attesa || sul fondo ghiaioso, | col cervello che si oscurava, | un vasetto di micelio | fermentante sottoterra || sogni di ambra baltica. | Resti di bacche sotto le unghie, | il groppo vitale che si riduce | nel cavo del ventre. || Si corrose il mio diadema | e le gemme caddero | nel banco di torba galleggiante | come le connessioni della storia. (da La Regina della palude, North; in Scavando, Poesie scelte”

1866-1990), a cura di Franco Buffoni, Fondazione Piazzolla, Roma, 1991, pp. 63-64

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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