Frasi su abbondanza
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“Vrònskij andò nella vettura dietro al capotreno e all'entrata dello scompartimento si fermò, per lasciare il passo a una signora che usciva.
Col tatto abituale dell'uomo di mondo, da una sola occhiata all'aspetto esteriore di questa signora Vrònskij giudicò in modo certo ch'ella apparteneva all'alta società. Egli si scusò e stava per andare nella vettura, ma provò la necessità di guardarla ancora una volta, non perché ella fosse molto bella, non per quell'eleganza e quella grazia modesta che si vedevano in tutta la sua persona, ma perché nell'espressione del volto leggiardo, quand'ella gli era passata vicino, c'era qualcosa di particolarmente carezzevole e tenero.
Quand'egli si volse a guardarla, ella pure voltò il capo. I scintillanti occhi grigi, che sembravan neri per le ciglia folte, si fermarono amichevolmente, con attenzione sul volto di lui, come se ella lo riconoscesse, e immediatamente si portarono sulla folla che passava, come cercando qualcuno. Vrònskij fece a tempo a notare l'animazione rattenuta che balenava sul volto di lei e svolazzava fra gli occhi scintillanti e il sorriso appena percettibile, che incurvava le sue labbra vermiglie. Come se un'abbondanza di qualcosa colmasse talmente il suo essere, da esprimersi all'infuori della sua volontà ora nello scintillio dello sguardo, ora nel sorriso. Ella aveva spento deliberatamente quella luce nei suoi occhi, ma essa splendeva suo malgrado nel sorriso appena percettibile.”

Anna Karenina

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“Chi comanda in Ungheria da più di trent'anni, fino alla vigilia dell'89, è Janos Kadar: il più riuscito esempio di leader restauratore di un comunismo afflitto dall'incapacità di rendersi tollerabile. La sua carriera politica ha seguito un percorso zigzagante, tra stalinismo e riformismo, scandito da scomuniche e promozioni. Il suo è il classico curriculum vitae di un dirigente dell'Est. All'inizio non ha osteggiato l'insurrezione del'56, ma poi è stato uno dei "normalizzatori". Il pragmatico Kadar ha preso le distanze dal tumultuoso disordine, troppo traboccante di sognie di passioni, al tempo stesso rivolto contro il comunismo e in favore di un comunismo migliore. E ha finito col chiedere l'intervento sovietico, che comunque ci sarebbe stato. Con lo stesso realismo, arrivato al vertice del partito, ha adottato la politica dell'indulgenza. Non verso la contestazioneo la critica politica; ma verso i piaceri più individuali. LL'Ungheria è diventata con lui la meta dei privilegiati degli altri paesi comunisti, attirati dalle vetrine in cui erano esposti, non senza gusto e con insolita abbondanza, tanti prodotti introvabili nelle loro città, dai tessuti di qualità ai cosmetici più raffinati. Non mancavano la buona cucina e la vita notturna con la sua dose di erotismo. L'ideologia dei consumi, accompagnata da un certo laissezfaire nell'illusoria satira dei cabaret, funzionava da surrogato delle libertà fondamentali chieste durante l'insurrezione del'56 e respinte con la repressione. Con il suo comunismo "al gulash" Kadar raggiunse un consenso passivo invidiabile nelle altre capitali del socialismo reale, alcune delle quali assai più dotate di risorse dell'Ungheria, paese economicamente gracile con una testa enorme e fantasiosa quale era (ed è) la sua capitale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

“Del valore artistico dell'opera [la Storia della letteratura italiana di Girolamo Tiraboschi] si è discusso molto, dell'esattezza di alcuni fatti si è dubitato, della eccessiva abbondanza di dettagli a danno delle linee principali del lavoro si è parlato assai, ma con tutto ciò la Storia riesce utile anche oggi. Anzi in un tempo, in cui le monografie erudite abbondano e grossi volumi e molteplici articoli si scrivono in Italia e si traducono dall'estero per illustrare cose non sempre difficili e grandi, fa più che mai impressione uno scrittore, che come il Tiraboschi, modestamente e quasi senza farsene accorgere, studia e documenta tante cose.”

Michele Rosi (1864–1934) storico e docente italiano

vol. 1, libro primo, parte seconda, cap. 2, p. 112
L'Italia odierna
Variante: Del valore artistico dell'opera si è discusso molto, dell'esattezza di alcuni fatti si è dubitato, della eccessiva abbondanza di dettagli a danno delle linee principali del lavoro si è parlato assai, ma con tutto ciò la Storia riesce utile anche oggi. Anzi in un tempo, in cui le monografie erudite abbondano e grossi volumi e molteplici articoli si scrivono in Italia e si traducono dall'estero per illustrare cose non sempre difficili e grandi, fa più che mai impressione uno scrittore, che come il Tiraboschi, modestamente e quasi senza farsene accorgere, studia e documenta tante cose.

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