Frasi di Alan Bennett

“Oh, fino in fondo. Quando cominciamo un libro lo finiamo. Ci hanno educate così. Libri, purè, pane e burro: bisogna finire quello che c'è nel piatto. È la nostra filosofia da sempre.”

“[…] ma il nome di chiunque per lei non aveva la minima importanza, come tutto il resto: l'abbigliamento, la voce, la classe sociale. La regina era un'autentica democratica, forse l'unica del paese.”

“Leggere vuol dire sottrarsi. Rendersi irreperibili. Sarebbe già diverso» disse Sir Kevin «se come passatempo fosse meno… egoistico».
«Egoistico?».
«Forse dovrei dire solipsistico».
«E allora lo dica».
Al che Sir Kevin si lanciò. «Se potessimo veicolare le sue letture per uno scopo più ampio: acculturare il paese, ad esempio, per promuovere la lettura fra i giovani.”

“L'unico figlio che ha mai detto la verità su suo padre è Gesù Cristo – e ci sono dubbi anche su di lui. (da Il testamento”

“La modestia è sempre falsa, altrimenti non è tale. (da Il testamento”

“Presto la regina decise che probabilmente era meglio incontrare gli autori dentro le pagine dei romanzi, creature dell'immaginazione del lettore come i personaggi. Non sembravano neppure grati a chi aveva letto i loro libri; erano loro ad averci fatto la cortesia di scriverli.”

“No, ministro. Del resto i libri, come certo saprà, è raro che inducano ad agire. In genere confermano solo quello che, magari inconsapevolmente, si è già deciso di fare. Si ricorre a un libro per avere conferma delle proprie convinzioni. In altri termini, per chiudere un capitolo.”

“I libri non sono un passatempo. Parlano di altre vite. Di altri mondi. Altro che far passare il tempo, Sir Kevin; non so cosa darei per averne di più.”

“I classici – e in particolare i classici moderni – sono i libri che si pensa si dovrebbero leggere, si pensa che si siano letti.”

“Certamente,» disse la regina «ma ragguagliare non è leggere. Anzi, è l'esatto contrario. Il ragguaglio è succinto, concreto e pertinente. La lettura è disordinata, dispersiva e sempre invitante. Il ragguaglio esaurisce la questione, la lettura la apre.”

“Gli appunti erano venuti dopo; leggeva sempre con una matita a portata di mano, non per riassumere quello che leggeva ma solo per trascrivere i passaggi che l'avevano colpita. Fu solo dopo un anno di letture e di appunti che Sua Maestà si azzardò ad annotare un pensiero tutto suo. «La letteratura» scrisse «mi appare come un vasto paese dai confini remoti, verso i quali mi sono diretta ma che non mi sarà mai dato raggiungere. E ho cominciato troppo tardi. Non potrò mai recuperare.»”

“La vita è […] come aprire una scatoletta di sardine. Tutti noi siamo alla ricerca della chiave.”

“La regina lesse il racconto della vita di Ackerley; provò una modica sorpresa nell'apprendere che, pur lavorando per la BBC, era omosessuale; le pareva che nell'insieme la sua vita doveva esser stata triste. Il suo cane la incuriosiva, anche se la sconcertavano le intimità quasi veterinarie che l'autore elargiva alla creatura. Si stupì anche che le guardie reali si concedessero così di buon grado come rivelava il libro, e a prezzi davvero ragionevoli.”

“Come lettrice Sua Maestà era spedita e diretta; non voleva crogiolarsi in nulla.
Adesso che era sola, però, intratteneva lunghe conversazioni con se stessa e trascriveva sempre più i suoi pensieri; i quaderni si moltiplicavano e il loro campo di indagine si allargava. «La chiave di volta della felicità è non sentirsi investiti di alcun diritto». Aggiunse un asterisco e annotò a fondo pagina: «Una lezione che non ho mai avuto l'opportunità di apprendere.”

“A volte mi sono sentita come una candela mangiafumo mandata qua e là per profumare delle dittature: al giorno d'oggi la monarchia è solo un deodorante governativo.”

“La sua fede era autentica, ma così duttile e venata d'ironia che Dio era esposto alle sue critiche quanto l'arcivescovo di Canterbury (che in privato lui chiamava Patatone).”

“Stava scoprendo che un libro tira l'altro; ovunque si voltava si aprivano nuove porte e le giornate erano sempre troppo corte per leggere quanto avrebbe voluto.”

“Solo quello che vedi con la coda dell'occhio ti tocca nel profondo.
(E. M. Forster)”

“Gli ricordava la storia di San Pietro e del gallo che canta tre volte, un episodio che Padre Jolliffe non amava particolarmente perchè faceva apparire Gesù petulante (e in effetti qualche volta lo era, pensava segretamente in prete).”

“Stava anche scoprendo che un libro tira l'altro; ovunque si voltava si aprivano nuove porte e le giornate erano troppo corte per leggere quanto avrebbe voluto. Ma era dispiaciuta, e anche mortificata, al pensiero di tutte le occasioni che si era lasciata sfuggire.”

“What she was finding also was how one book led to another, doors kept opening wherever she turned and the days weren't long enough for the reading she wanted to do.”

“A book is a device to ignite the imagination.”

“Books are not about passing time. They're about other lives. Other worlds. Far from wanting time to pass, one just wishes one had more of it. If one wanted to pass the time one could go to New Zealand.”

“You don't put your life into your books, you find it there.”

“Geoff: We started off trying to set up a small anarchist community, but people wouldn't obey the rules.”

“A bookshelf is as particular to its owner as are his or her clothes; a personality is stamped on a library just as a shoe is shaped by the foot."

[(, Vol. 33 No. 15, 28 July 2011)]”

“The days weren't long enough for the reading she wanted to do.”

“History is a commentary on the various and continuing incapabilities of men. What is history? History is women following behind with the bucket.”

“Above literature?' said the Queen. 'Who is above literature? You might as well say one was above humanity.”

“Sometimes there is no next time, no time-outs, no second chances. Sometimes it’s now or never.”

“[B]riefing is not reading. In fact it is the antithesis of reading. Briefing is terse, factual and to the point. Reading is untidy, discursive and perpetually inviting. Briefing closes down a subject, reading opens it up.”

“Definition of a classic: a book everyone is assumed to have read and often thinks they have.”

“I'm not "happy" but I'm not unhappy about it.”

“Cloisters, ancient libraries… I was confusing learning with the smell of cold stone.”

“I don't always understand poetry!'

'You don't always understand it? Timms, I never understand it. But learn it now, know it now and you will understand it… whenever.”

“Clichés can be quite fun. That's how they got to be clichés.”

“Reading is untidy, discursive and perpetually inviting.”

“It's subjunctive history. You know, the subjunctive? The mood used when something may or may not have happened. When it is imagined.”

“… she felt about reading what some writers felt about writing: that it was impossible not to do it and that at this late stage of her life she had been chosen to read as others were chosen to write.”

“One reads for pleasure… it is not a public duty.”

“… Once I start a book I finish it. That was the way one was brought up. Books, bread and butter, mashed potato - one finishes what's on one's plate. That's always been my philosophy.”

“To read is to withdraw. To make oneself unavailable. One would feel easier about it if the pursuit inself were less… selfish.”

“It was the kind of library
he had only read about in books.”

“Schweitzer in the Congo did not derive more moral credit than Larkin did for living in Hull.”

“Kafka could never have written as he did had he lived in a house. His writing is that of someone whose whole life was spent in apartments, with lifts, stairwells, muffled voices behind closed doors, and sounds through walls. Put him in a nice detached villa and he’d never have written a word.”

“I tried to explain to her the significance of the great poet, but without much success, The Waste Land not figuring very largely in Mam's scheme of things.
"The thing is," I said finally, "he won the Nobel Prize."
"Well," she said, with that unerring grasp of inessentials which is the prerogative of mothers, "I’m not surprised. It was a beautiful overcoat."”

“Schoolmaster: But God, whatever else He is, and of course He is everything else, is not a fool.”

“Headmaster: Mark my words, when a society has to resort to the lavatory for its humour, the writing is on the wall.”

“One of the good things about Larkin is that he still has you firmly by the hand as you cross the finishing-line, whereas reading Auden is like doing a parachute-drop: for a while the view is wonderful, but then you end up on your back in the middle of a ploughed field and in the wrong county.”