Vincenzo Cardarelli: Poesia

“Fin dove il cuore mi resse arditamente mi spinsi.”

“Le mie giornate sono | frantumi di vari universi | che non riescono a combaciare. La mia fatica è mortale.”

“E tu, Inghilterra, | padrona degli oceani, signora | delle tempeste, | non avrai gloria, ma infamia, | in presenza di Genova di Pisa. | Qui la tua flotta imperiale è corsara. | Qui tu non puoi che rinnovar le imprese | degl'infedeli | e ben invochi il Turco a tuo alleato. | Qui, prima che il valore, | è la luce del genio | che ti sconfigge.”

“Così la fanciullezza | fa ruzzolare il mondo | e il saggio non è che un fanciullo che si duole di essere cresciuto.”

“Lenta e rosata sale su dal mare | la sera di Liguria, perdizione | di cuori amanti e di cose lontane.”

“Morire sì, | non essere aggrediti dalla morte.”

“Ce ne sono di chiese e di chiesuole, | al mio paese, quante se ne vuole! | E santi che dai loro tabernacoli | sono sempre fuori a compiere miracoli.”

“Dovevamo saperlo che l'amore | brucia la vita e fa volare il tempo.”

“La vita io l'ho castigata vivendola.”

“Ispirazione per me è indifferenza. | Poesia: salute e impassibilità. | Arte di tacere. | Come la tragedia è l'arte di mascherarsi.”

“L'idea che ci facciamo d'ogni cosa | è cagione che tutto ci deluda.”

“Poesia potrebbe anche definirsi: la fiducia di parlare a sé stessi.”

“Terra negata ai padri, | promessa ai figli, faticata Etiopia, | tu non potrai più oltre | fuggire il tuo destino, | troppo e sì lungamente | legato al nostro.”

“Ruggono al vento le Fiamme Nere. | E le Camicie Nere che s'avanzano | con violenza e voce d'uragano | hanno le insegne, il grido, il passo, l'ordine | delle antiche legioni. | Quale cammino il tuo! | Da quanto sangue fosti consacrata, | camicia storica. | Ed era sul tuo panno come il sangue | d'una rondine uccisa. | Ora sei la gloriosa, | decente veste dell'Italia nuova. | Beato chi sia degno di portarti | a capo scoperto, | lungo le vie soleggiate.”