
Origine: Citato in Folco Tempesti, La letteratura ungherese, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1969, p. 101.
Il pianto della Terra
Origine: Citato in Folco Tempesti, La letteratura ungherese, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1969, p. 101.
VIII, 1-6
Variante: Era già l'ora che volge il disio
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo dì ch'han detto ai dolci amici addio;
e che lo novo peregrin d'amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more.
Castelli di rabbia
Variante: E' Jun. E' Jun che se ne va. Ha un libro, in mano, che la sta portando lontano. Addio, Dann. Addio, piccolo signor Rail, che mi hai insegnato la vita. Avevi ragione tu: non siamo morti. Non è possibile morire vicino a te. Perfino Mormy ha aspettato che tu fossi lontano per farlo. Adesso sono io che vado lontano. E non sarà vicino a te che morirò. Addio, mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito. Tutto quel che c'era io l'ho visto, guardando te. E sono stata ovunque, stando con te. E' una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. Ma è così. Me la porterò dietro, e sarà il mio segreto più bello. Addio, Dann.
“[Haiku] Poni fine ai lamenti, o insetto: | non vi è amore senza addio, | nemmeno tra le stelle.”
Citato in Leo Magnino, Storia della letteratura giapponese, Nuova Accademia Editrice, Milano, 1957<sup>3</sup>, p. 143
“Oh, mio Signore […]. Colpiscimi e risuonerò come una campana!”
Origine: Un mondo battuto dal vento, p. 220
“La notte è il rifugio lontano dal mondo dove dar vita alle tue idee.”
Origine: prevale.net