“Voi errate in alto, nella luce | su molle suolo, geni beati! | Splendenti aure divine | vi sfioran lievi, | come le dita dell'artista | sfioran le sacre corde | Sciolte dal fato, come il dormiente | poppante respirano i celesti; | pudico avvolto | in boccio timido | fiorisce eterno | a lor lo spirito | e gli occhi beati | guardano in calma chiarezza eterna. | Ma a noi è dato | in nessun luogo posare; | scompaion, cadono | soffrendo gli uomini | ciecamente | di ora in ora, | com'acqua da masso | a masso lanciata | senza mai fine, giù nell'ignoto.”
Origine: Iperione, p. 181-182
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“Eterna natura paziente angelica, | pane vivo ad oltranza, | che hai dita sacre come la luce.”
Poema della croce, pp. 199–200
Mistica d'amore
da La tomba
Origine: Citato in Le origini del Romanticismo, a cura di Guido Barlozzini, Editori Riuniti, Roma, 1974, p. 34.

Origine: Commento ai quattro Vangeli, Vangelo di Giovanni, p. 1768