“E te pur, dolce amico, e te pur prende | del mio soffrir pietade; ed in me fitto | lo sguardo, mostri che il dòlor ti fende | di che misero io porto il coi- trafitto. || Né la virtù che agli altrui mali intende, | in te si spense al meditar lo scritto | del fiero vate che in sentenze orrende | di Farsaglia cantò l'alto delitto.”

da Al sig. conte Francesco Cassi, p. 18
Poesie varie
Origine: Vincenzo Monti, Poesie varie, Raccolta di poeti classici italiani antichi e moderni, Milano 1834.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Vincenzo Monti 182
poeta italiano 1754–1828

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