“Romani, addio. Siano i congedi estremi | Degni di noi. Lode agli Dei, vi lascio, | E vi lascio romani. Ah, conservate | Illibato il gran nome; e voi sarete | Gli arbitri della terra, e il mondo intero | Roman diventerà. Numi custodi | Di quest'almo terren, Dee protettrici | Della stirpe d'Enea, confido a voi | Questo popol d'eroi: sian vostra cura | Questo suol, questi tetti e queste mura, | Fate che sempre in esse | La costanza, la fè, la gloria alberghi, | La giustizia, il valore. E, se giammai | Minaccia al Campidoglio | Alcun astro maligno influssi rei, | Ecco Regolo, o Dei. Regolo solo | Sia la vittima vostra, e si consumi | Tutta l'ira del Ciel sul capo mio: | Ma Roma illesa… Ah, qui si piange! Addio!”

da Addio di Regolo ai romani, atto III
Attilio Regolo

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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Origine: Citato in Vittorio Citti, Claudia Casali, Camillo Neri, Scrittori latini nel tempo, Zanichelli, Bologna, 2000, p. 858, ISBN 978-88-08-09995-2. Vedi anche Gaetano De Sanctis, Scritti minori, vol. V, 1931-1947 http://books.google.it/books?id=ZsJSY23qm9AC&pg=PA44&dq=non+%C3%A8+e+non+vuole+essere+se+non+la+storia+del+popolo+e+dello+Stato+romano.&hl=it&ei=qFWCTpbFCoTesgap48GJDg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6AEwAA#v=onepage&q=non%20%C3%A8%20e%20non%20vuole%20essere%20se%20non%20la%20storia%20del%20popolo%20e%20dello%20Stato%20romano.&f=false.

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