“Se si considera che le grandi nazioni hanno impiegato secoli per costruire e consolidare la propria identità, dopo aver profuso energie nelle arti, nella letteratura, nel lavoro, nelle armi, passando attraverso salutari sconfitte e vittorie clamorose, si deve concludere che gli stati Uniti d'America, anche in questo processo, sono stati capaci di operare in fretta. Anzi, senza spendersi troppo in sottigliezze culturali o in guerre annose, se la sono cavata con una dichiarazione del loro presidente James Monroe, il quale, meno di cinquant'anni dopo la dichiarazione d'indipendenza, ha definito, senza sfumature ma con icastica efficacia, le fondamentali caratteristiche espansioniste, e in qualche modo imperialiste ante litteram, del paese.”

—  Nico Perrone

p. 7

Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“Nei primi sei o dodici mesi di una guerra contro gli Stati Uniti e la Gran Bretagna io correrò veloce e otterrò vittoria su vittoria. Dopo però, se la guerra dovesse continuare ulteriormente, non ho alcuna aspettativa di successo.”

Isoroku Yamamoto (1884–1943) ammiraglio giapponese

Origine: Dichiarazione al gabinetto del ministro Shigeharu Matsumoto e al primo ministro giapponese Fumimaro Konoe, come riportato nel libro Eagle Against the Sun: The American War With Japan (1985) di Ronald Spector. Questa frase si dimostrerà profetica: precisamente sei mesi dopo l'attacco a Pearl Harbor, la marina giapponese soffrirà una pesante sconfitta nella battaglia delle Midway, da cui non si riprenderà più.

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“Stati come questi, e i terroristi loro alleati, costituiscono un asse del male, che si arma per minacciare la pace del mondo. Questi regimi, nella loro ricerca di armi di distruzione di massa, pongono una minaccia sempre più grave. Essi potrebbero fornire queste armi ai terroristi, equipaggiandoli dei mezzi per tradurre nei fatti il loro odio. Potrebbero attaccare i nostri alleati o tentare di riattaccare gli Stati Uniti. In tutti questi casi, il prezzo dell'indifferenza sarebbe catastrofico. Opereremo in modo stretto con la nostra coalizione per impedire ai terroristi mi ha gli stati che li appoggiano di costruire e distribuire armi di distruzione di massa. Svilupperemo e dispiegheremo difese missilistiche adeguate a proteggere l'America i suoi alleati da attacchi improvvisi. Tutte le nazioni dovranno saperlo: l'America farà tutto ciò che è necessario per difendere la propria sicurezza(…). Non starò ad aspettare che le cose accadano. Non mi fermerò mentre il pericolo si fa sempre più vicino. Gli Stati Uniti non permetteranno che regimi più minacciosi del mondo li minaccino con gli armamenti più distruttivi del mondo. Le nostra guerra contro il terrore è iniziata bene, mi sono lavato iniziale (…). Non possiamo fermarci presto. Se ci fermiamo lasciando intatti i campi dei terroristi e gli Stati terroristi fuori controllo, il nostro senso di sicurezza sarebbe falso e temporaneo. La storia ha chiamato l'America i suoi alleati all'azione e del nostro privilegio così come nostra responsabilità combattere una guerra per la libertà.”

George Bush (1946) 43º presidente degli Stati Uniti d'America

Discorso sullo Stato dell'Unione, 29 gennaio 2002

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“Sì, abbiamo sconfitto gli Stati Uniti. Ma adesso siamo perseguitati da molti problemi. Non abbiamo da mangiare. Siamo un paese povero, sottosviluppato. Fare una guerra è facile, ma governare un paese è difficile.”

Phạm Văn Đồng (1906–2000) politico vietnamita

Origine: Citato in Stanley Karnow, Storia della guerra del Vietnam, traduzione di Piero Bairati, Rizzoli editore, Milano, 1985, p. 23

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“Siamo stati sconfitti in una grande battaglia.”

Marco Pomponio: XXII, 7; 1997
M. Pomponius praetor pugna inquit magna victi sumus.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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