“È un volere sagrificare sommi scrittori a cui la moderna Europa va debitrice di quadri magnifici e stupendi per crescer fama a due grandi ingegni dell'antichità, anzi ad un solo. Che razza di gusto avrebbe chi negasse l'impressione profonda terribile che cagiona il viaggio dell'Alighieri nel mondo dell'eternità, dipinto nel suo singolare e strano poema con colori così originali e robusti? Chi non si piacesse al diletto indicibile che nasce dall'infinita e maravigliosa varietà con cui l'Ariosto compose il suo inarrivabile Orlando? Non può certo negarsi reverenza ed ammirazione al trofeo regolare e maestoso che Torquato Tasso eresse alla gloria de'Crociati.”