“Come quasi tutti gli ex-marxisti della mia generazione, ero un neofita del liberalismo, e nel mio entusiasmo semplicistico e ignorante lo usavo come una mazza. In sostanza, non facevo altro che adoperare il liberalismo per semplificare indebitamente la realtà, più o meno come si faceva pochi anni prima usando il marxismo. Rimaneva invariato l'atteggiamento psicologico, la presunzione semplificante.
Avevo cambiato le mie idee per rimanere identico a me stesso. Di fronte alla richiesta di occuparsi seriamente e concretamente dei problemi delle donne, degli omosessuali, della gente scura di pelle, l'importante era disporre di un'elegante via di scampo. Non era poi così essenziale che, mentre anni prima la scappatoia era l'appello alla lotta di classe e a una perfetta rivoluzione, negli anni ottanta, con la crisi del marxismo, si fosse resa disponibile un'altra chiave universale: l'assolutezza dei criteri formali di uguaglianza. La sicumera rimaneva identica a se stessa.”
cap. I, 3, p. 37
Viaggio al termine degli Stati Uniti
Argomenti
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filosofo italiano 1944–2007Citazioni simili

23 ottobre 1997
Corriere della Sera, La stanza di Montanelli – rubrica

“Liberalismo: lasciare a tutti la libertà di sopprimere la nostra.”
da Battaglia fra due vittorie, La Voce, 1923, p. 141

“Il liberalismo mesce la rigovernatura come acqua di vita.”
Detti e contraddetti

“Personalmente preferisco un dittatore liberale a un governo democratico privo di liberalismo.”