“Col discorrere, lo scopo non lo si raggiunge, eppure noi tendiamo incessantemente a questo irraggiungibile. Ciò vuol forse dire che si è condannati a vivere e a morire con questo continuo tormento? Se così è, questa è la situazione più misera in cui ci si possa trovare sulla terra. I buddhisti si sono applicati seriamente a risolvere il problema trovando alla fine che possediamo in noi stessi quel che occorre. È una facoltà di intuizione posseduta dallo spirito, atta ad afferrare la verità che ci mostrerà tutti i segreti della vita costituenti il contenuto dell'illuminazione buddhica. Non si tratta, qui, di un processo intellettuale normale bensì di un potere che in un istante e in modo diretto coglie qualcosa di assolutamente fondamentale. Come ho detto, il nome dato dai buddhisti a tale facoltà è prajñā, e ciò che il buddhismo Zen in relazione alla dottrina dell'illuminazione si propone, è destare prajñā mediante la pratica della meditazione.”
Origine: Saggi sul Buddhismo Zen – Vol. I, p. 73
Argomenti
buddhista , illuminazione , costituente , buddhismo , meditazione , intuizione , tormento , condannato , contenuto , dottrina , relazione , diretta , istante , misero , miseria , scopo , intellettuale , pratica , situazione , processo , segreto , tratto , dato , tale , nome , problema , terra-terra , spirito , detto , vivero , fine , potere , terra , verità , modo , vita , coglia , dire , forse , facoltàDaisetsu Teitarō Suzuki 29
storico delle religioni giapponese 1870–1966Citazioni simili

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